Montagna, contro il pericolo valanghe l'Arva diventa obbligatorio
Una legge regionale rende obbligatorio il kit di primo soccorso per tutti coloro che praticano sport d'alta quota
Proteggersi da una valanga è difficile: anche quando si assumono comportamenti non a rischio e si evitano i fuoripista, è impossibile prevedere se il lastrone di ghiaccio si staccherà o meno dalla montagna.
Per questa ragione, e per far sì che sia più facile trovare gli escursionisti che vengono sorpresi e travolti dalle slavine, Regione Lombardia ha approvato, con la legge regionale 26/2014, un provvedimento che rende obbligatorio munirsi di apparecchio Arva, sonda e pala.
Il provvedimento riguarda non soltanto chi si avventura fuori pista, ma tutti coloro che praticano sport sulla neve in aree non attrezzate, compresi gli scialpinisti e gli escursionisti d'alta quota, che devono "munirsi di appositi attrezzi e sistemi elettronici per consentire un più facile tracciamento e il conseguente intervento di soccorso", pena una multa da 25 a 250 euro.
Il dispositivo Arva, o Artva, è un apparecchio ricetrasmittente in grado di inviare e ricevere un segnale radio che permette di rintracciare un escursionista anche sotto la neve: durante le escursioni va impostato sulla modalità di emissione del segnale, ma in caso di valanga gli escursionisti che non vengono travolti possono commutare la modalità in ricezione, per localizzare i compagni rimasti sepolti nella neve. Allo stesso modo, sonda e pala si utilizzano per liberare il compagno, una volta localizzato con l'Arva. Il dispositivo può essere acquistato, oppure noleggiato presso le strutture sciistiche che lo mettono a disposizione degli escursionisti.
È bene ricordare che le probabilità di sopravvivere a una valanga sono del 90% se si viene soccorsi entro i primi 15-18 minuti, e calano drasticamente una volta trascorso questo lasso di tempo.