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Cronaca

Morti sul lavoro, in Lombardia il maggior numero di incidenti mortali, ma nessuno a Lecco

Il capoluogo lariano è l'unico in cui fra gennaio e novembre 2014 non sono stati registrati decessi sul luogo di lavoro

A Lecco non si muore sul lavoro: questo è il dato che emerge dalle rilevazioni effettuate dall'Osservatorio sicurezza sul lavoro "Vega Engineering" di Mestre, che ha confrontato i dati Inail nel periodo compreso fra gennaio e novembre 2014 e li ha classificati per numero di decessi e incidenza sulla popolazione occupata.

Undici mesi che tracciano un bilancio negativo per l'intera Italia, ma dal quale Lecco, per una volta, esce in una posizione fortemente positiva: dei casi osservati, ovvero i decessi per infortunio in occasione di lavoro ordinario (che escludono, quindi, quelli in itinere e quelli dovuti al traffico), nessuno in questi 11 mesi si è verificato nella nostra provincia. Come Lecco anche Aosta e la provincia sarda di Olbia Tempio.

Non si può dire lo stesso, purtroppo, della situazione in Lombardia: delle 684 "morti bianche" avvenute nel 2014, sono ben 80 quelle verificatesi sul territorio regionale. Di queste, 14 sono avvenute a Brescia, 13 a Milano, 9 rispettivamente a Cremona e Varese, le province che hanno registrato il numero più alto di incidenti mortali sul luogo di lavoro. Agli ultimi posti Sondrio (3 decessi in 11 mesi), Como (2) e Lecco, dove non se ne sono registrati. Al secondo posto per numero di morti sul lavoro a livello regionale c'è l'Emilia-Romagna (68), mentre al terzo, la Puglia (65). 

Le regioni in cui la mortalità ha avuto la maggiore incidenza sul numero dei lavoratori, invece, sono Basilicata, Molise e ancora la Puglia, con degli indici, rispettivamente, di 88,9, 80,4 e 56,2. Guardando alle singole province, invece, l'incidenza più alta si è avuta a Isernia (indice di incidenza sugli occupati pari a 182) ed Enna (140). 

«È un bilancio drammatico che non si vorrebbe e non si dovrebbe raccontare in un paese civile. Eppure anche quest’anno le vittime sul lavoro sono state tante. Troppe». Commenta così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio, i dati 2014, specificando anche che i decessi totali salgono a 919 se si conteggiano anche gli infortuni mortali avvenuti in itinere: dati ancora sconcertanti per l'intero Paese, nonostante rispetto al 2013 la mortalità sia scesa del 3,9%.

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