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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Via Salvatore Sassi

Lecco torna ad essere la città dei "Promessi Sposi": mostre ed eventi per celebrare il successo di Manzoni

Questa mattina sono state illustrate tutte le iniziative che sono state preparate per la nuova edizione

Si scoprirà così che il mondo dell’arte e della ricerca colta, ma anche quello della cultura pop e della comunicazione, a Manzoni, e in particolare a I Promessi Sposi, hanno attinto e continuano ad attingere a piene mani.

La rassegna è organizzata dal Comune di Lecco e coordinata da Simona Piazza e da Mauro Rossetto, direttore del Sistema Museale Urbano Lecchese, struttura che ne cura la realizzazione, con la collaborazione delle più dinamiche associazioni ed espressioni del volontariato culturale della città, coinvolte insieme a sponsor e club di servizio con un ruolo attivo e propositivo. Accanto ai temi e finalità permanenti e fondamentali sopra citati, ogni edizione sviluppa un tema particolare con alcuni appuntamenti particolarmente significativi. Quest’anno il titolo “Le strane coppie” vuole rimandare ad un confronto tra Manzoni e Shakespeare, nel quattrocentenario della sua morte, soprattutto attraverso il confronto tra due coppie di amanti profondamente antitetiche, come Romeo e Giulietta e Renzo e Lucia.

Non solo Romeo e Giulietta, ma anche altri personaggi Shakespeariani, come Otello e Macbeth, sono stati recuperati dalla cultura romantica coeva al Manzoni in vari ambiti, dalla musica (l’amato Verdi), alla pittura, alla letteratura. E non si può forse definire “Shakespeariano” un personaggio come l’Innominato? “Per i pittori lo è stato – spiega il coordinatore della rassegna Mauro Rossetto - lo potrete verificare dal 14 ottobre, quando la rassegna esordirà con l’inaugurazione alla Torre Viscontea di una mostra dedicata proprio alla Rocca dell’Innominato tra Chiuso e Vercurago che la fantasia popolare ha individuato come sede del tetro castello dell’Innominato: un fortilizio alla frontiera tra l’antico Stato di Milano e la Repubblica di Venezia la cui occupazione è documentata fin dall’età del ferro e continua in altri modi come struttura militare e poi epicentro della straordinaria vicenda di san Girolamo Miani e dei Padri Somaschi, oggi meta di turismo culturale”.

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