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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Mandello del Lario

Mandello piange Giorgio Redaelli, leggenda dell'alpinismo e "Re del Civetta"

Aveva aperto una nuova via sulla vetta dolomitica nel 1963, scalato con Messner e altri grandissimi, era membro accademico del Cai e guida alpina. Mercoledì il funerale alla chiesa del Sacro Cuore

Lutto a Mandello: si è spento, all'età di 86 anni, Giorgio Redaelli. Una figura fortemente legata all'alpinismo, di cui fu un riferimento, in particolare tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Il mandellese aprì diverse vie sulle Dolomiti, ricevendo per questo l'appellativo "re del Civetta". In particolare si ricorda l'impresa del 1963 sulla parete nord-ovest con Ignazio Piussi e Toni Hiebeler.

Con la moglie Aurora gestì per decenni il rifugio ai Piani di Artavaggio. Redaelli era inoltre accademico del Cai Valmadrera, guida alpina, membro dell'École militaire de haute montagne di Chamonix, nonché maestro di sci e istruttore nazionale di alpinismo. Da anni aveva stabilito la sua residenza a Cassina Valsassina.

A piangerne la scomparsa la moglie Aurora, i figli Mauro con Stefania e Nicoletta con Gianni, il fratello Angelo e i nipoti. Il funerale verrà celebrato mercoledì 2 marzo alle 10.30 nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, quindi la salma proseguirà per la cremazione. La camera ardente è allestita alla casa funeraria Galli in via della Pergola 55 a Lecco fino alle ore 9 di mercoledì. Pubblichiamo di seguito il ricordo del nipote Alberto Bottani, nostro collaboratore da Mandello.

"Caro zio, grazie dei ricordi che mi hai lasciato"

"Mandello Lario, frazione Molina, è li che sono nato. Ogni volta che il mio sguardo si volgeva verso l'alto, incontrava le cime dei monti che dal limite del paese si protendevano verso il cielo".

Scrivevi cosi all'inizio del tuo libro "Momenti di vita", a cui avevi affidato le tue conquiste ed esperienze. Un mondo, il tuo, che mi ha da sempre affascinato e attratto. Nei tuoi ricordi parlavi anche di mio padre, tuo fratellastro, un termine che non mi piace, ma cancellato dall'affetto tra voi. "Giancarlo era partito militare che non avevo ancora due anni, nei paracadusti della Folgore. Giorgio, quello è tuo fratello, io rimango sbalordito perché a dire il vero non sapevo di avere un fratello in guerra, mi dissero al suo arrivo sul ponte di Molina".

Ci siamo rivisti lo scorso mese quando venni da te a Cassina. Ero contento, felice di averti trovato in buone condizioni, soprattutto moralmente, con la voglia di raccontare, parlare della tua seconda casa. Le Dolomiti, il Civetta. Grazie a te ad Alleghe avevo incontrato Reinhold Messner, con lui negli anni Cinquanta avevi asceso la Philipp Flamm in terra zoldana. Oggi che sei andato oltre quelle cime, mi sto perdendo in quella marea di fotografie, di ricordi di cui mi facevi da tempo partecipe. Il dolore per la tua scomparsa mi riporta a quei "Momenti di vita" che più mi hanno toccato. Dalle arrampicate con il Guido Rossa, vittima delle Brigate Rosse, al tuo intervento di soccorso portando fuori dal pericolo alcune persone intrappolate nella alluvione del 1966 in Val di Zoldo. Con te nelle operazioni anche Gigi De Pellegrin, della mandellese Gelateria Costantin.

Dimostravi un cuore grande, forte nel salire le vette che hai conquistato, sfidando le fredde temperature e indossando con orgoglio i calzettoni di lana confezionati da tua madre, mia nonna Amalia. La stessa che ti disincentivava a giocare a pallone all'oratorio, ma ti diceva "Vai su ad arrampicare, almeno so dove sei e sono tranquilla". Da qui i primi passi sulle Grigne e poi e poi sempre più su, alla ricerca di quelle albe e quei tramonti che mi dicevi "stando seduti al tavolino del bar certamente non potrai né vedere né godere mai". 

Sabato scorso, trovandomi nelle sede del Cai Grigne Mandello in occasione dell'Open Day, indicando a qualcuno dei presenti le tue foto esposte, orgogliosamente esternavo: "Questo è mio zio". L'emozione, il mio coinvolgimento emotivo è tanto, troppo. Altre parole che vorrei dirti si fermano qui, nel mio cuore e nella mia mente. Ciao Re del Civetta. La corona te la sei ampiamente meritata.

Alberto Bottani

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