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Cronaca Via Pasubio

Metastasi: la testimonianza di Alberto Invernizzi e la "pizzata" nel locale dei Trovato

Qui Lecco libera ha pubblicato sul suo sito anche le testimonianze di Alberto Invernizzi, presidente della Commissione comunale all'urbanistica, rese ai pm di Milano.

Continuano le pubblicazioni delle testimonianze riguardanti l'inchiesta "Metastasi" da parte di Qui Lecco libera: dopo la testimonianza del sindaco di Lecco, Virginio Brivio, quest'oggi 21 settembre è stato pubblicato il verbale delle Sit, sommarie informazioni testimoniali rese ai pm di Milano da Alberto Invernizzi, consigliere comunale in quota ad Appello per Lecco e non indagato nell'inchiesta.


Invernizzi, sottolinea Qui Lecco libera, secondo il Gip era a conoscenza della situazione di Saverio Lilliu quando Ernesto Palermo, suo collega nel Consiglio comunale e oggi in carcere, gli si rivolse per il progetto del nuovo lido do Paré.


Lilliu all'epoca aveva già precedenti penali per riciclaggio e traffico di stupefacenti e, sapendo che ciò avrebbe potuto compromettere l'assegnazione dell'appalto, trasferì alla compagna, incensurata, le proprie quote della "Lido di Paré Srl", di cui era socio. 


Secondo Qui Lecco libera, Invernizzi avrebbe inizialmente negato di esserne al corrente, per poi testimoniare il fatto ai magistrati: «Stante l’irrilevanza della condotta da un punto di vista penale - sottolinea l'associazione - è politicamente opportuno che continui a fare il presidente della commissione che in città si deve occupare di Urbanistica?»


Altro episodio non penalmente rilevante ma degno di nota che risulterebbe dai verbali è la "pizzata" fra consiglieri comunali, poco dopo le elezioni del 2010, alla pizzeria 046 di via Pasubio, di proprietà della famiglia Trovato.


 «Sia chiaro -si legge sul sito di Qui Lecco libera - mangiare una pizza in un locale sconsigliabile non è reato né un peccato mortale. Ma della problematicità della pizzeria 046 la nostra città era perfettamente consapevole almeno dall’11 marzo 2010, documentammo la genesi del “localicchio” appetito dai Trovato. A maggior ragione avrebbero potuto e dovuto porsi qualche domanda anche quei consiglieri comunali eletti e poi citati da Invernizzi. Ai quali non contestiamo mala fede, ma più semplicemente (o gravemente) un’emblematica sprovvedutezza».

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