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Cronaca

Moratti al Rotary Club: "Expo e finanza sociale per uscire dalla crisi"

"E' importante creare anche in Italia un ecosistema normativo e culturale favorevole ai nuovi modelli economici e finanziari"

Per uscire da una crisi possiamo impiegare strumenti diversi. L’importante – come diceva Einstein – è non utilizzare quegli stessi strumenti che alla crisi hanno invece condotto. Ne servono di nuovi. Per questo Letizia Moratti, un curriculum d’eccellenza sin dall’università che riassumere è impossibile, ha voluto pensarne due, mettendosi in gioco in prima persona e abbattendo un ostacolo dopo l’altro per realizzarli. Uno, l’Expo, è praticamente realtà. L’altro, la finanza sociale, è in fieri. Ma c’è da esser sicuri che con la determinazione che la caratterizza la signora Moratti porterà anche questo a destinazione.
 
“La scelta di candidare Milano ad Expo 2015 era legata alla mia volontà di garantire un progetto dal significativo valore simbolico, uno strumento di sviluppo della città, che avesse un conseguente effetto positivo sulla crescita economica e sulla leva occupazionale milanese e nazionale – ha spiegato ieri sera la Moratti nel suo intervento al Rotary Club Lecco, invitata dal presidente del sodalizio Luigi Monolo e dall’ex ministro e collega di governo Roberto Castelli - Questo valore è stato ulteriormente amplificato dall’attuale crisi economica, rendendo ancora più fondamentale l’apporto di questo progetto in una logica anticiclica”.
 
“Come allora avevo pensato ad Expo perché fosse un volano positivo per Milano e per l’Italia, così oggi ritengo che le imprese sociali e la finanza sociale debbano avere un ruolo centrale nel contrasto a questa crisi che io definisco strutturale”, ha spiegato la Moratti.
 
Esiste un gap sempre maggiore tra domanda e offerta pubblica di servizi alla persona che può rappresentare una grande opportunità per le imprese e per la finanza sociale: “Per questo è importante creare anche in Italia un ecosistema normativo e culturale favorevole a questi nuovi modelli economici e finanziari. In questo senso credo sia importante e significativo che il Governo abbia inserito nel documento di economia e finanza (DEF) un focus sulla misurazione del benessere equo e  sostenibile (indicatori BES) ad integrazione del Pil ed abbia previsto la concessione, dal 1° giugno, di 500 milioni di fondi per chi vuole avviare una propria impresa sociale”. Anche perché il rischio, se il gap tra domanda e offerta di servizi non viene colmato, è che salti la coesione sociale.

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