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Morto a Lecco lo scenografo Ezio Frigerio: aveva 91 anni

Nato a Erba, era tra i più noti e famosi scenografi d'Italia

È morto all'ospedale "Manzoni" di Lecco lo scenografo di fama internazionale Ezio Frigerio. Attivo per oltre mezzo secolo nella prosa, nell'opera, nel balletto e nel cinema imponendosi tra le figure cardine della cultura italiana del '900 grazie alla creazione di una realtà teatrale magica e poetica, fatta di spazi materializzati dalla luce, si è spento oggi, mercoledì 2 febbraio, al nosocomio di via dell'Eremo. Aveva 91 anni.

Ezio Frigerio: la biografia

Nato ad Erba (Como) il 16 luglio 1930, sposato con la celebre costumista Franca Squarciapino, era tornato ad abitare, dopo una lunga parentesi parigina, proprio nei luoghi d'origine, in una casa affacciata sul lago di Pusiano. E' stato uno scenografo capace di lasciare un segno decisivo sugli spettacoli di tutti grandi registi con cui ha lavorato, da Giorgio Strehler, con cui debuttò al Piccolo Teatro di Milano e a cui rimase legato con un lungo e fruttuoso sodalizio, a Luca Ronconi, da Liliana Cavani a Graham Vick, da Eduardo De Filippo a Vittorio De Sica (sue le scenografie del film "Ieri oggi domani" del 1963 con Sophia Loren e Marcello Mastorianni), da Bernardo Bertolucci (per le scene di "Novecento") fino alla collaborazione con Rudolf Nureyev: per il grande ballerino russo progettò la sua tomba nel cimitero russo ortodosso di Parigi. Celebre anche la sua collaborazione per la lirica con l'Opéra di Parigi e la Scala di Milano. Ha ricevuto una nomination al premio Oscar per le scenografie del film "Cyrano de Bergerac" del regista francese Jean-Paul Rappeneau.

Ezio Frigerio si trasferisce da studente a Milano dove si diploma all'Accademia di Brera nel 1948. Studia poi al Liceo Nautico di Savona e trascorre alcuni anni in navigazione nei mari del Sud, non trascurando però la sua grande passione, la pittura, ed è allievo di Mario Radice. Accolto nel 1955 da Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano, al suo fianco Frigerio produrrà le sue maggiori scenografie per il teatro di prosa e con lui si avvicinerà al teatro d'opera: per il Teatro alla Scala firmerà “Simon Boccanegra”, “Falstaff”, “Lohengrin” e “Don Giovanni”. Da questa collaborazione nasceranno anche “Le nozze di Figaro” per l'Opéra di Parigi, spettacolo poi acclamato nei principali teatri d'Europa. Alla Scala e all'Opéra parigina stabilirà negli anni Settanta e Ottanta rapporti di collaborazione anche con altri registi, come Piero Faggioni, Liliana Cavani, Lluis Pasqual, Andrej Konalovskij, Graham Vick, Luca Ronconi e Gilbert Deflo. Nel 1975 Frigerio debutta nel mondo del balletto con Roland Petit.

Nascono così le scenografie di “Coppélia” e “Lo schiaccianoci” al Ballet de Marseille, poi “Nana” all'Opéra di Parigi, “Cyrano de Bergerac”. Nel 1977 incontra Rudolf Nureyev, col quale stringe un'amicizia fraterna: crea all'Opéra di Parigi le scene per “Il lago dei cigni” (due versioni), “La bayadère” e “La Bella addormentata”, nonché “Romeo e Giulietta” al London Festival Ballet, e alla Scala “Il lago dei cigni” e “Romeo e Giulietta”. Nel fecondo periodo parigino realizza, sempre con Strehler, “La villeggiatura” di Goldoni e “L'illusion comique” di Corneille al Théâtre de l'Odéon. Stringe una profonda amicizia anche con il regista Roger Planchon, con il quale crea molti spettacoli, tra cui “Georges Dandin” e “Dom Juan” di Molière, “Athalie” di Racine. Con Nicolas Joël ha realizzato numerose produzioni per il Théâtre du Capitole di Tolosa, tra le quali “Carmen”, “Jenufa” di Janáek, “Otello”, “Don Carlo”, “Les contes d'Hoffmann” e “La rondine”. La sua carriera americana passa da Chicago (“Don Pasquale”, “Les contes d'Hoffmann”) al Metropolitan di New York, dove realizza le scenografie di “Francesca da Rimini”, “Il trovatore”, “Lucia” di Lammermoor e “La rondine”.

Il cinema con De Sica e la Scala

Negli anni Sessanta Frigerio si avvicina al cinema soprattutto per merito di Vittorio De Sica, col quale realizza "Ieri, oggi, domani”, “I sequestrati d'Altona”, “Il boom”. Collabora poi con registi quali Bolognini, Cavani, Planchon, Castellani, Kon alovskij e altri, ma sono in particolare “Novecento di Bertolucci” e “Cyrano de Bergerac” di Rappeneau a offrirgli le maggiori soddisfazioni. Frigerio debutta alla Scala nel 1955, disegnando i costumi per Il matrimonio segreto in occasione dell'inaugurazione della Piccola Scala, iniziando una lunga e proficua collaborazione con il Teatro milanese, prima come costumista e poi come scenografo, in cui firma anche numerosi allestimenti inaugurali: “L'angelo di fuoco” di Prokof'ev, “L'Orfeo” di Monteverdi, “Louise di Charpentier”, “Il cappello di paglia” di Firenze, “Ifigenia in Aulide”, “Otello” (7 dicembre 1959), “I Capuleti e i Montecchi”, “Simon Boccanegra” (7 dicembre 1971 e 1978), “Paradise Lost” di Krzysztof Penderecki, “Falstaff” (7 dicembre 1980), “Le nozze di Figaro”, “Lohengrin” (7 dicembre 1981), “Les Troyens”, “Ernani” (7 dicembre 1982), “Don Giovanni” (7 dicembre 1987), “Fidelio” (nel 1990 e poi 7 dicembre 1999), “La dama di picche”, “Rigoletto”, “Gianni Schicchi”, “Manon di Massenet”, “Otello“ (7 dicembre 2001), “Carmen e La donna del lago”.

Considerato uno degli scenografi più rappresentativi degli ultimi decenni, nella sua lunga carriera ha realizzato più di 300 spettacoli ed è stato presente nei cartelloni dei più importanti teatri d'Europa e del mondo: Parigi, Milano, New York, Londra, Berlino, Tokyo, Madrid, Barcellona, Toulouse, Buenos Aires. Ha ricevuto i principali premi europei per il teatro: il Molière, due volte il premio della critica francese, il premio della critica inglese, due volte il premio Abbiati in Italia e, per il cinema, il César, il premio della Comunità Europea e una nomination all'Oscar. È stato insignito di importanti onorificenze, quali la Legion d'onore per meriti artistici e il titolo di Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres in Francia, e l'Ambrogino d'oro dalla Città di Milano.

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