Neonatologia: dal 3 aprile Lecco sarà il "centro d'Europa"
Dal prossimo 3 aprile fino al 5 Lecco diventera il "centro d'Europa" della Neonatologia.
E’ in programma all’Ospedale Manzoni , infatti, un seminario clinico , con i massimi esperti a livello continentale, destinato a fare il punto sulle novità terapeutico-assistenziali che interessano i bambini nati prematuramente.
La tre giorni di studi è organizzata dalla Struttura di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Azienda Ospedaliera , con la partecipazione di neonatologi (una quarantina di specialisti circa) provenienti dalle più importanti realtà italiane di neonatologia e da centri di diversi paesi europei quali Danimarca, Grecia, Irlanda, Israele, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Svizzera, Olanda.
Al centro dell’appuntamento del Manzoni le problematiche relative alla nutrizione e alla gastroenterologia neonatale. “In particolare – spiega Roberto Bellù, Direttore della Neonatalogia dell’AO di Lecco - verranno affrontati questioni quali le conseguenze a breve e lungo termine della nutrizione, l’importanza del latte materno( elemento insostituibile anche per i neonati gravemente prematuri) e della nutrizione per lo sviluppo e la crescita del neonato prematuro”.
Proprio sull’importanza del latte materno nelle terapie intensive neonatali parlerà Bellù partendo dai dati nel Network Neonatale Italiano e dall’eccellenza rappresentata dai centri del nostro Paese in questo ambito rispetto a quelli di altre nazioni europee . “In Italia infatti – aggiunge lo specialista del Manzoni - circa 75% dei neonati di peso molto basso esce dalla Terapia Intensiva Neonatale con latte materno, contro una media internazionale inferiore al 50%” . I docenti che interverranno al seminario di Lecco sono , sulla materia, tra più autorevoli esperti internazionali e possono vantare decine di pubblicazioni in proposito , oltre ad essere responsabili di unità prestigiose di neonatologia.
Sono quasi il 90% delle Terapie Intensive Neonatali , operanti nei centri ospedalieri italiani, le strutture che aderiscono al Network Neonatale Italiano. L’organismo sta contribuendo non poco alla crescita qualitativa della neonatologia del nostro Paese. La mission dell’organismo - spiega Roberto Bellù - è contribuire al miglioramento della “la qualità della sicurezza delle cure destinate ai neonati e alle famiglie attraverso programmi coordinati di ricerca, formazione e progetti innovativi”.
Da circa 10 anni il Network Neonatale Italiano invia i propri risultati clinico-assistenziali inerenti i neonati di peso molto basso ad un data base specifico , quello del Vermont Oxford Network, in USA . “Questo consente ai medici – spiega Rinaldo Zanini , Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Azienda Ospedaliera di Lecco - di valutare la propria capacità di assistere il neonato con problemi gravi e complessi comparando la propria attività con quanto avviene nel resto del mondo. Così possiamo evidenziare i punti in cui siamo meno bravi e migliorare la nostra esperienza assistenziale”.
I neonati molto prematuri, che raggiungono a mala pena i mille grammi, ospitati ogni anno in Terapia Intensiva Neonatale a Lecco, sono una sessantina e provengono da tutto il bacino di utenza servito dalla Struttura di via dell’Eremo : oltre alla Provincia di Lecco, tutta la Valtellina e le aree di confine della Brianza, del comasco e del territorio bergamasco.
“In genere – spiega Bellù – presentano problemi di carattere respiratorio, cardiaco, nutrizionale e immaturità intestinale che richiede immediati interventi chirurgici”.
Trecentottanta , invece, i ricoveri complessivi registrati in media nel corso di un anno, con 30 casi chirurgici di notevole impegno. Cento sono invece , nello stesso periodo, i trasporti neonatali realizzati (anche un elicottero e in orario notturno) che dalle provincie limitrofe a Lecco raggiungono la struttura del Manzoni.
Sono tutti numeri che fanno dell’Unità Operativa dell’Ospedale di Lecco una tra le più importanti Neonatologie della Lombardia.