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Martedì, 16 Aprile 2024
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Nibionno, arrivano le prime richieste di condanna per il crac della Vev

Richiesti quindici anni complessivi per sei imputati e l'assoluzione per il settimo: l'accusa è di bancarotta fraudolenta per il fallimento della società che produceva caffettiere

Arrivano le prime richieste di condanna per bancarotta fraudolenta al processo sul crac della Vev, società di caffettiere e macchine per il caffè di Nibionno, dichiarata fallita il 28 giugno 2004.

A dieci anni dal fallimento, le richieste che pendono su 6 dei 7 imputati sono notevoli: 3 anni a Alfonso Besana, Angelo Castrignanò e Nicola Di Carlo (rispettivamente l'amministratore dellegato dell'Isa, società subentrata alla Vev all'epoca dei fatti, e due membri del collegio sindacale), 2 anni per Enzo Pirovano, Mario Romano Negri, oltre che per il membro e presidente del collegio sindacale, e un dipendente della Banca di Intra, parte civile insieme al fallimento Isa, che per l'accusa avrebbe danneggiato i creditori stessi, per un totale di 15 anni di condanne complessive.

Richiesta l'assoluzione, invece, per il settimo imputato Angelo Maggioni, membro del consiglio di amministrazione di Vev in un momento diverso rispetto all'epoca dei fatti contestati.

Le arringhe difensive sono previste per l'udienza del 16 ottobre; gli imputati sono accusati di aver distratto fondi dai bilanci della società per 20 milioni di euro.

Durante l'udienza l'accusa ha ricordato come durante l'inchiesta, che inizialmente aveva coinvolto 18 persone, di cui 11 avevano scelto il patteggiamento, sia stato impossibile definire la movimentazione delle merci, non c'erano documenti che quantificassero il magazzino e, di conseguenza, il suo valore, così come mancava il valore e l'elenco dei cespiti, ovvero i beni materiali e immateriali che consentono di stimare il valore di una società.

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