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Cronaca Calolziocorte

Il sindaco di Temù è sicuro: «Laura Ziliani è stata uccisa». Dito puntato su figlie e cognato lecchese

Secondo Giuseppe Pasina in paese "tutti sono ansiosi di conoscere il risultato dell'esame tossicologico, per capire com'è stata uccisa e se è vero che è stata avvelenata"

Arrivano accuse dirette dall'Alta Valcamonica. Si dice, infatti, convinto "al 99%" che Laura Ziliani sia stata uccisa il sindaco di Temù (Brescia), Giuseppe Pasina, all'indomani della conferma definitiva del fatto che il corpo ritrovato l'8 agosto sulle rive del fiume Oglio appartenga alla donna, ex vigilessa scomparsa tre mesi prima dopo essere uscita per fare una passeggiata in montagna. Per la sua morte sono indagate la maggiore e la minore delle tre figlie, oltre al fidanzato di una delle due. "Qui in Paese tutti sospettano delle figlie", riferisce il primo cittadino, sicuro che il corpo sia sempre rimasto dove è stato ritrovato e che non crede all'ipotesi di uno spostamento.

"Dicono che il corpo avrebbe dovuto essere più decomposto se fosse stata lì da tre mesi", spiega Pasina, che invece, avendo parzialmente visto il cadavere e parlato con chi lo ha trasportato, lo descrive in un avanzato stato di decomposizione, tale che "non so se potevano accorgersi se avesse ferite o no". L'assenza di segni di violenza ha indotto gli investigatori sulla pista dell'avvelenamento e ora - riferisce il sindaco - in Paese "tutti sono ansiosi di conoscere il risultato dell'esame tossicologico, per capire com'è stata uccisa e se è vero che è stata avvelenata".

Il fidanzato lecchese

Nel mezzo, la svolta delle indagini: Silvia e Paola Zani, 27 e 19 anni, due delle tre figlie di Laura Ziliani (e con loro Mirto Milani, fidanzato 27enne della figlia maggiore, residente a Calolziocorte ma cresciuto a Olginate) sono indagate per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Fino al macabro ritrovamento, tra l'altro a opera di un bambino di meno di 10 anni: stava passeggiando insieme al padre, con il suo cane, quando si è avvicinato al luogo dove la donna giaceva da chissà quanto tempo. Un grido a spezzare l'inerzia di una domenica d'agosto. Il cadavere fatto riemergere dal fiume, come se anch'esso fosse in cerca della verità.

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