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Cronaca Calolziocorte

Laura è stata “stordita e soffocata mentre dormiva”

Nel caso è coinvolto Mirto Milani, nato e cresciuto tra Calolziocorte e Olginate

Emergono i dettagli sulle indagini condotte nel Bresciano. Nessun segno di violenza, nessuna frattura, nessun taglio, e nel corpo un quantitativo di benzodiazepine importante ma non sufficiente per causare la morte di una persona. A distanza di 48 ore dall'arresto delle sorelle Silvia e Paola Zani, e del lecchese Mirto Milani, si fa sempre più largo l'ipotesi che l'ex vigilessa di Temù, impiegata presso il Comune di Roncadelle, sia stata uccisa per soffocamento. 

“Milani cercava su internet i metodi più efficaci per uccidere”

Stando a quanto riportato sulle colonne del Giornale di Brescia, l'autopsia avrebbe rivelato che nel corpo di Laura Ziliani le benzodiazepine erano presenti in tutti gli organi, sintomo di una pesante somministrazione in unica dose o di un utilizzo costante nel tempo. Il Gip Alessandra Sabatucci, a margine delle indagini condotte ha però la certezza che Laura non assumesse volontariamente il farmaco, e che la stessa non ne abbia mai nemmeno avuto la disponibilità in casa propria. Da qui l'ipotesi dell'avvelenamento e del possibile soffocamento durante il sonno indotto, quando la vittima non avrebbe potuto in alcun modo difendersi. 

Il telefono resettato

Tornando alla vicenda legata ai telefoni cellulari dei tre arrestati, di cui abbiamo parlato ieri (al momento del sequestro i tre apparecchi erano resettati alle impostazioni di fabbrica), il quotidiano Bresciaoggi aggiunge nuovi particolari. Il Gip gip Alessandra Sabatucci ha scritto che “la contemporanea dismissione degli apparecchi telefonici in uso al trio portava a ipotizzare che gli indagati avessero voluto celare agli inquirenti il contenuto dei rispettivi dispositivi”. Alla richiesta di spiegazioni sul perché i telefoni fossero "come nuovo", Silvia Zani rispose di averlo resettato “perché mi vergognavo. Avevo paura che altre persone potessero vedere foto della mia vita privata e sessuale con Mirto”. Anche la sorella Paola si era giustificata nello stesso modo, spiegando che si vergognava che “altre persone potessero venire a conoscenza che ho una relazione con il fidanzato di mia sorella”. 

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