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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Pavia, operazione "Meucci": l'indagine arriva fino a Lecco

I dettagli

Diciassette persone deferite all’autorità giudiziaria, di cui cinque tratte in arresto ed un commercialista interdetto dall’esercizio della professione per frode fiscale e riciclaggio. È questo il bilancio delle complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Pavia e condotte dalla Guardia di Finanza e dall’Ufficio Antifrode della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Il Gruppo della Guardia di Finanza di Pavia ha scoperto e disarticolato un sodalizio criminoso, composto da imprenditori e professionisti che, attraverso la compravendita di fittizi crediti di imposta, ha tratto indebiti vantaggi fiscali ed economici. Il sofisticato meccanismo fraudolento era articolato in varie fasi:

- La prima fase prevedeva la costituzione di società cartiere che attraverso l’emissione di false fatture generavano crediti di imposta fasulli.
- La seconda fase prevedeva la cessione di tali crediti ad altre società, anch’esse delle scatole vuote che avevano lo scopo di fungere da filtro tra le società cartiere e i reali utilizzatori dei crediti di imposta fasulli.
- La terza fase prevedeva la cessione dei crediti di imposta fasulli dalle società filtro alle società utilizzatrici Nel corso delle diverse fasi è stata determinante la partecipazione di professionisti tributari che per sfuggire ai controlli hanno suggerito ai promotori del sodalizio criminoso il frazionamento - in centinaia di modelli F24 - dei pagamenti delle imposte e dei contributi previdenziali, con l’accortezza di operare compensazioni per importi inferiori a € 5.000 e con un saldo maggiore di zero.

Così è stato possibile utilizzare i propri servizi bancari telematici di home banking e non i servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate obbligatori per legge. Le verifiche, condotte in collaborazione e sinergia dalla Guardia di Finanza e dall’Ufficio Antifrode della Direzione Centrale Accertamento dell’Agenzia delle Entrate, hanno consentito di accertare un’evasione delle imposte per oltre 7 milioni di euro. Per tale ragione il GIP ha ordinato il sequestro di beni mobili ed immobili degli indagati fino all’equivalente delle imposte evase.

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