Peppino Ciresa sulla pressione fiscale: "Basta tasse, più riforme per incentivare il consumo"
Il presidente di Confcommercio Lecco commenta i dati sulla pressione fiscale del Paese: "Così non si può più andare avanti".
«Non è possibile andare avanti così. Purtroppo i commercianti e chi fa impresa sanno benissimo cosa vuol dire mandare avanti una attività con questo livello di tassazione! Chi ci governa continua a non capire che è quello il problema numero uno: ci sono troppe tasse da pagare!» Commenta così i dati sulla pressione fiscale Peppino Ciresa, presidente dei commercianti lecchesi.
Stando ai calcoli dell'Ufficio studi della Confcommercio nazionale, infatti, le tasse pesano sul prodotto interno lordo per il 53,2% (al netto dell'economia sommersa, che costituisce circa il 17,3% del Pil): la pressione fiscale più alta del mondo, che da 2000 al 2013 è aumentata di 5 punti percentuali, mentre il Pil pro capite calava del 7%. Nello stesso periodo, calcola Confcommercio, in Germania la pressione fiscale è scesa del 6% e il Pil procapite è aumentato del 15%.
Per il presidente Ciresa, la linea da seguire è la stessa ribadita dal presidente nazionale dei commercianti, Carlo Sangalli: meno tasse, meno spesa pubblica, più riforme e lavoro. «La ripresa è ancora fragile e incerta. Le famiglie continuano a rimandare gli acquisti a tempi migliori. E se la domanda interna non si muove è tutto il Paese a risentirne. Gli economisti e troppi politici non capiscono che se non ripartono i consumi interni l’Italia non va da nessuna parte». La strada, prosegue Ciresa, deve essere quella di una seria spending review e dell'attuazione di riforme che abbassino le tasse, sblocchino la burocrazia, migliorino l'accesso al credito, perché le imprese non possono più aspettare.