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Cronaca

Comune, Qui Lecco Libera "Sul nuovo dirigente agli Affari generali di Lecco: tra CL e quella società con una fiduciaria del "doge" Giancarlo Galan"

Gli attivisti scettici sulla nomina del nuovo dirigente degli Affari generali e attività produttive

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Il 15 dicembre 2015, il sindaco di Lecco Virginio Brivio ha deciso di conferire la direzione di un settore chiave qual è quello degli “Affari generali e attività produttive” (Servizio protezione civile, Unità apicale rete dei servizi di comunicazione e partecipazione) a Stefano Del Missier.
 

Da quanto emerge attraverso la consultazione di un recente curriculum, Del Missier, classe '64, risulta esser stato “dirigente responsabile della segreteria particolare del presidente della Regione Lombardia” (Formigoni, ndr) tra il 1995 e il 1996, commissario straordinario dell’ASL di Lecco nel 2002, direttore generale ASL a Pavia, “direttore di funzione specialistica nel segretariato della Presidenze di Regione Lombardia” nel 2010-2011 (sempre Formigoni), direttore dell’Istituto Regionale lombardo di Formazione per l’amministrazione pubblica, nonché "direttore centrale dell’organizzazione" sempre in seno alla presidenza di Regione Lombardia (2012-2013).

Quello di Del Missier, peraltro, non è un nome nuovo dalle parti di Palazzo Bovara. Già nel dicembre 2007, infatti, il settore Politiche sociali lo aveva individuato come consulente esterno in materia di “varie opportunità di impostazione delle future modalità gestionali dei servizi alla persona”.

Oggi Del Missier rientra in Comune dalla porta principale. Il punto è che contrariamente a quanto previsto anche dalla Carta di Avviso Pubblico -l’associazione degli enti locali contro le mafie di cui il Comune di Lecco risulta socio-, il conferimento dell'incarico di dirigente è avvenuto senza alcun concorso pubblico. Una decisione che seppur legittima (l'RSU del Comune di Lecco ha comunque annunciato una segnalazione all'Autorità anticorruzione sul punto) è al di fuori delle “procedure di selezione pubblica, obiettiva e motivata” consigliate dalla Carta, alla quale, durante la campagna elettorale per il Comune, in tanti avevano dichiarato di aderire.

A render ancor più discutibile la decisione del sindaco sono i tempi in cui questa è maturata. La nomina di Del Missier, infatti, è avvenuta contestualmente alla modifica del Regolamento per la disciplina degli incarichi extra istituzionali del personale dipendente del Comune di Lecco. La modifica -operata dalla Giunta comunale proprio all’inizio di dicembre- ha rimosso il tetto del compenso lordo di 30mila euro annui precedentemente previsto per l’eventuale incarico esterno di un dipendente.

“Togliere la soglia -si è giustificato l’assessore ai Lavori pubblici, Corrado Valsecchi- è una garanzia in più anche per poter disporre di dirigenti di qualità”. Del Missier, nel caso specifico, è un dirigente ambito. Le cronache dell’agosto scorso lo davano in corsa per ruoli apicali nella Sanità di Regione Liguria, su richiesta del neo-governatore Toti.

C’è però un dettaglio biografico del neo dirigente Del Missier che riteniamo utile sottolineare. Tra le società in cui risulta aver detenuto partecipazioni c’è anche una tale IHLF S.R.L., impresa costituita nel 2011 che risulta “cancellata” dal registro il 9 luglio del 2015.

Chiamata per statuto alla “prestazione di servizi ed attività di consulenza nel settore sanitario ed ospedaliero con particolare riferimento alla prestazione di servizi, anche di project management, nella costruzione e gestione di strutture sanitarie ed ospedaliere all'estero”, la IHLF ha visto tra i propri soci (oltre a Del Missier) anche Alberto Prandin, già direttore generale della struttura sanitaria pubblica-privata di Motta di Livenza (Treviso), Bortolo Simoni, direttore generale della Asl 8 di Asolo, Giancarlo Ruscitti, già segretario regionale veneto alla Sanità, Giuseppe Di Ponzio, direttore generale della casa di cura milanese San Pio X, Giovanni Pavesi, direttore generale della Ulss 17 del Veneto, Massimo Bufacchi, direttore dell'Ufficio lavoro della Sede Apostolica.

Coloro che il quotidiano La Stampa del giugno 2014 -a “inchiesta Mose” ormai esplosa- aveva chiamato “i dirigenti delle Asl soci del ‘doge’ nella sanità”. Il “doge” in questione era Giancarlo Galan, ex ministro ed ex governatore berlusconiano del Veneto -"uscito" dall'inchiesta dopo aver patteggiato due anni e dieci mesi di reclusione e la confisca dei beni per 2,6 milioni di euro- che deteneva il 50% della società attraverso una fiduciaria milanese, la SIREFID S.P.A. (“Utilizzata dai coniugi Galan”, si legge non a caso nell’Ordinanza di custodia cautelare dell’inchiesta del 31 maggio 2014).

Nulla di tutto ciò è illecito, ovviamente, ma qualche ragione di opportunità (o meglio, di inopportunità) emerge con forza.

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