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Il monte San Martino a Lecco è un osservato speciale

Il monte San Martino fa ancora paura fra gli abitanti di Lecco, soprattutto fra colo che vi abitano ai suoi piedi? Al convegno di ieri, venerdì 10 ottobre presso il Politecnico di Milano Polo Territoriale di Lecco, si è cercato di dare delle risposte.

Il San Martino che sovrasta la parte alta della città di Lecco è fra i monti più alti della zona, ma la sua roccia non è stabile e ferma. Ora però è anche vero che con  le opere di prevenzione ci sono meno  rischi per chì ci abita, grazie ai lavori di potenziamento  riguardanti il vallo paramassi del monte San Martino.

I lavori relativi all'intervento di manutenzione straordinaria recentemente ultimati sono costati 930 mila euro circa.  I prossimi riguarderanno la messa in sicurezza con l'apposizione di barriere da Pradello sino a Rancio, per un totale di 6.100 metri quadri.

Del "pericolosità" del monte San Martino se ne è parlato ieri, venerdì  10 ottobre, al Politecnico di Lecco in occasione di un convegno organizzato dall'Ordine dei Geologi della Lombardia e del Friuli Venezia Giulia, in memoria del Prof. Luciano Broili per il
ventennale dalla scomparsa.L'evento è stato patrocinato dal Comune di Lecco e dal Politecnico di Milano - PoloTerritoriale di Lecco.

Il convengo, molto interessante, è stato particolarmente interessante  perchè ha analizzato l'importanza del vallo che da diversi anni  protegge gli abitanti dei quartieri Rancio Superiore e Inferiore, viale Turati, Malavedo, Laorca dai rischi della caduta di massi dal
monte San Martino. Una zona dove non si può più costruire perché classificata come «rossa», cioè a rischio geologico.

Geologi, tecnici, operatori, studiosi delle frane hanno discusso sulle varie tematiche che la "montagna marcia", così viene soprannominato il San Martino, propone con il suo tipico stato e cioè che la possibilità di caduita dei sassi

All'appuntamento sono mancati chi vive sotto il vallo paramassi.  "Di questo ne sono dispiaciuto - ha commentato il geologo Egidio De
Maron -
perchè avevano l'occasione per conoscere quanto si fa per la loro sicurezza". Dal 2012 la montagna è un'osservata speciale grazie a dei sensori posti nella roccia   da parte degli alpinisti del gruppo Ragni. Un progetto da 100 mila Euro studiato dal
Politecnicvo e finanziato da provincia e comune di Lecco rispettivamente per 75 e 25 mila Euro.

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