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La tragedia / Brianza

Ragazzino morto in moto in Brianza, “ma non era una gara clandestina”

Nello schianto che è costato la vita a un 16enne è stato coinvolto anche un giovane di Casatenovo

Una tragedia costata la vita a un giovane. Un rettilineo sgombro dal traffico dove nel weekend quando quella strada tra le aziende non è percorsa dai camion si popola di giovanissimi. E qui, in via Friuli, a Biassono, domenica pomeriggio Christian Donzello, 16 anni, ha avuto un tragico incidente che gli è costato la vita. In sella alla sua moto lo studente monzese si è scontrato con un'auto e contro il veicolo è finito anche un altro 18enne di Casatenovo che ha rimediato delle ferite molto lievi. La scena è stata ripresa da diversi smartphone puntati lungo il rettilineo dove sfrecciavano alcune moto. Una di queste era proprio quella di Christian. E quei telefonini forse stavano riprendendo le manovre e le acrobazie che i ragazzini azzardavano nel tratto, per postare poi le imprese sui social. Ma domenica pomeriggio quelle fotocamere hanno immortalato una tragedia ad angolazioni diverse - tante quante quei telefonini impugnati -, una tragedia. E quei fotogrammi poi hanno iniziato a circolare in diverse chat e sono diventati virali. Lo riportano i colleghi di MonzaToday.it.

VIDEO | Le immagini dello schianto

L'incidente è avvenuto nel pomeriggio di domenica 12 marzo a Biassono, in via Friuli, nella zona industriale del piccolo comune brianzolo alle porte di Monza. Qui, a giudicare dalla presenza di diversi ragazzini, alcuni giovanissimi si erano dati appuntamento forse per un raduno. Ma c'è anche chi ipotizza si trattasse di una gara clandestina o di una sfida di destrezza in manovre spericolate e ad alta velocità in sella. E su questo ora stanno cercando di far luce le indagini dei carabinieri della compagnia di Monza ai comandi del maggiore Emanuele d'Onofri. 

Classe 2006, studente monzese, domenica pomeriggio Christian Donzello viaggiava in sella a una delle due motociclette da 250cc di cilindrata che sono finite contro una Volkswagen Polo in via Friuli, nella zona industriale di Biassono. L'impatto, devastante, è avvenuto intorno alle 16.30. Contro la vettura, contemporaneamente, si è scontrata anche una seconda moto con in sella un 18enne. Quest'ultimo però, fortunatamente, è stato soccorso con qualche ferita e ricoverato in codice verde all'ospedale di Desio. Si tratta di un 18enne, amico del giovanissimo centauro che invece ha riportato traumi gravissimi ed è morto dopo ore di agonia in ospedale. Allo stato dei fatti non risultano indagati ma sono in corso le indagini per capire i motivi che avevano spinto i ragazzini a darsi appuntamento nell'area industriale del comune brianzolo dove alcuni residenti hanno avanzato l'ipotesi che fossero organizzate gare clandestine.

Il sindaco: "Nessuna gara clandestina"

"Non ci risulta nessuna gara clandestina" ha esordito il sindaco di Biassono Luciano Casiraghi che domenica pomeriggio subito dopo lo schianto si è precipitato sul luogo dell'incidente. "Ero stato lì anche sabato pomeriggio e mentre transitavo ho incontrato anche una pattuglia della nostra polizia locale con cui avevamo concordato di intensificare i controlli in previsione delle belle giornate ipotizzando che potesse essere luogo di raduni di ragazzi - spiega Casiraghi -. Lì infatti non si organizzano gare ma ci sono dei ragazzi di 16, 15 e anche 14 anni che si ritrovano e salgono in sella per fare delle impennate e acrobazie e farsi riprendere in video e fotografie che poi postano sui social. Sabato la polizia locale ha anche sequestrato una motocicletta".

"I controlli ci sono e li facciamo ma quando arriva un'auto della polizia c'è un fuggi fuggi generale ma un'ora dopo magari tornano lì. Per quello che è successo sono amareggiato e rivolgo un pensiero di cordoglio alla famiglia per questa terribile tragedia con una vita spezzata a 16 anni. Serve una profonda riflessione sulla responsabilizzazione dei nostri giovani e sulla loro educazione che deve passare prima dalle famiglie. Domenica quando sono arrivato sul posto ad accogliermi è arrivato un ragazzino e mi ha rivolto parole davvero sconcertanti. Mi ha detto 'Ma chi caxxo sei tu?'".

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