Chiude la scuola di Belledo, Rifondazione: "Comune la renda una scuola pubblica"
I militanti scrivono a Brivio per chiedere di salvare l'istituto
Sembra sempre più vicino l'addio alla scuola dell'infanzia Fiocchi di Belledo: dopo 80 anni di storia, sembra che l'istituto guidato da don Alberto Cappellari chiuderà i battenti a fine giugno, al termine delle lezioni, per la mancanza di fondi e la diminuzione costante delle iscrizioni.
Una notizia che non piace ai militanti di Rifondazione comunista, che hanno scritto una lettera al Sindaco Brivio per chiedere di mantenere in vita la scuola trasformandola in un plesso statale, per non diminuire i servizi nel rione di Belleto e garantire continuità ai bambini e al personale in servizio nella scuola.
Di seguito la lettera, che riportiamo integralmente:
Egr. Sig. Sindaco
A fronte di notizie stampa circa la chiusura della scuola per l’infanzia privata “Fiocchi” di Belledo , considerato il numero di bambini in età interessati a tale servizio e nella considerazione che il Comune di Lecco è tra i Comuni Italiani con meno scuole statali per l’infanzia
SI CHIEDE
che l’Amministrazione Comunale da Lei presieduta inoltri immediatamente, ai sensi di legge, al Ministero della P.I e a tutte le Istituzioni scolastiche di competenza l’istanza per l’attivazione di una scuola per l’infanzia statale.
Riteniamo infatti che a fronte del rischio di ulteriore depauperamento dei servizi nel quartiere di Belledo (nonché di pericolo per l’occupazione del personale coinvolto) la proposta di statalizzazione della scuola costituisca la migliore soluzione per garantire al quartiere e ai lavoratori la necessaria continuità.
Come dimostrato dall’esperienza di molti Comuni, anche lombardi, un’istanza di statalizzazione della scuola d’infanzia avrebbe il duplice scopo di produrre un vantaggio economico per l’Amministrazione Comunale, privandola dell’esborso per il sostegno economico del corpo docente ed affiliato che verrebbe trasferito allo Stato, ponendo oltretutto le basi , grazie a maggior disponibilità di risorse, per un possibile ampliamento del servizio, mediante la possibilità di apertura di nuove sezioni utili a rispondere alla contingenza della domanda e dei bisogni educativi
Ciò sarebbe tra l’altro in coerenza, oltre che con il dettato costituzionale, anche con gli indirizzi di politica scolastica europea e con la direzione segnata dalla proposta di riforma della scuola dell’infanzia “piano 0-6 anni”, proposta proveniente peraltro dall’attuale maggioranza relativa.
Al di là di ogni rivisitazione degli interventi in merito ai finanziamenti comunali alle scuole paritarie oggi ancora più di ieri è necessario non negare nei fatti il diritto a poter usufruire di una scuola pubblica per l’infanzia a tutti coloro che ne hanno diritto.
Nella certezza di un concreto intervento da parte sua e della giunta, si porgono distinti saluti.