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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Ballabio

Smantellata centrale dello spaccio nel parchetto per bambini in Brianza

Operazione Icaro a Monza, impegnato un centinaio di poliziotti: eseguite 13 misure cautelari di cui 8 di custodia in carcere. Fra gli indagati anche persone domiciliate a Ballabio

Partivano anche dal Lecchese i 17 indagati che, nel centro di Monza, avevano dato vita a una vera e propria centrale dello spaccio di droga.

Come riferiscono i colleghi di Monza, dalle 4 di questa mattina, giovedì 16 febbraio, gli agenti della questura di Monza con il coordinamento della Procura della Repubblica di Monza sono impegnati in un'attività - chiamata "Operazione Icaro" - per la quale sono stati effettuati arresti e perquisizioni nei confronti di un gruppo di cittadini marocchini e nigeriani che avevano creato la loro centrale dello spaccio in pieno centro nel capoluogo brianzolo, per l'esattezza nel parchetto tra le vie Artigianelli e via Gramsci.

Circa cento agenti della polizia di Stato diretti dalla Squadra mobile della questura di Monza, in collaborazione con i colleghi della Squadra mobile di Sondrio, degli equipaggi dei Reparti prevenzione crimine di Milano, Torino, Firenze e Perugia e di unità cinofile Antidroga della Polizia di Stato, stanno eseguendo proprio in queste ore 13 misure cautelari di cui 8 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 5 divieti di dimora nel comune di Monza, provvedimenti disposti dal gip del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Monza, oltre a perquisizioni e sequestri.

L'avvio delle indagini

L'indagine della Squadra Mobile di Monza - chiamata appunto Icaro - è iniziata a gennaio 2022 e ha consentito di delineare l'esistenza di un ben articolato sodalizio di cittadini di origine marocchina e nigeriana, molti dei quali richiedenti asilo, che avevano impiantato nel centro di Monza una fiorente attività di spaccio di droga (cocaina, hashish e marijuana). Un'attività perfettamente ripresa dalle immagini delle telecamere della polizia scientifica posizionate in prossimità delle panchine, e dalle intercettazioni telefoniche tra gli stessi spacciatori e i clienti.

Il tutto avveniva alla luce del sole, nel centralissimo parchetto di via Gramsci e Artigianalli dove da tempo i residenti denunciavano strane frequentazioni che, alcune volte, erano sfociate anche in eventi violenti. Così che la piccola area verde a due passi dal Duomo di Monza non era più luogo di ritrovo di famiglie e bambini, ma il supermarket dello spaccio. Nel giardino - riferiscono dalla questura monzese - "gli indagati esercitavano un vero e proprio controllo del territorio, presidiandolo ogni giorno, bivaccando sui giochi dei bambini, monitorandone gli accessi e, all'occorrenza, usando anche una spregiudicata violenza per regolare i conti sia all'interno del gruppo, che con soggetti esterni, come testimoniato sia dai numerosi esposti presentati alle autorità dai residenti della zona sia dai frequenti interventi delle pattuglie".

Da tutta la Lombardia a Monza

Sono 17 gli indagati, dei quali 8 destinatari di misura cautelare in carcere e 5 della misura cautelare del divieto di dimora nel territorio del comune di Monza. Il procedimento si trova in fase di indagine preliminare. Si tratta di 12 cittadini originari della Nigeria, quasi tutti richiedenti l'asilo politico e 5 del Marocco irregolari sul territorio nazionale che quotidianamente, partendo dai loro domicili di Monza, Camparada, Concorezzo, Lissone, Villasanta, Biassono, Desio, Cinisello Balsamo, Ballabio, Novara e Sondrio, si radunavano per spacciare nel giardino pubblico di via Artigianelli.

"A loro sono state contestate un totale di oltre 2.500 tra cessioni e detenzioni di sostanze stupefacenti di varia natura che vanno dalla singola dose a interi 'panetti' di hashish, per un valore complessivo quantificabile in oltre mezzo milione di euro", riferiscono dalla questura di Monza. 

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