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Cronaca

Brianza, la Star annuncia 65 esuberi nel piano di rilancio dello stabilimento di Agrate

Questo il "prezzo" in termini di lavoratori nel piano presentato da GBFoods. Sindacati sul piede di guerra

Sessantacinque esuberi: questa la cifra annunciata da GBFoods per rilanciare lo stabilimento Star di Agrate Brianza, che in cui sono impiegati anche diversi lavoratori della provincia di Lecco. 

Nella giornata di ieri 10 febbraio, i vertici del gruppo che nel 2006 ha acquistato l'azienda alimentare hanno annunciato il piano "Agrate Reborn", che comprenderà il taglio dei dipendenti e un investimento di 25 milioni di euro in 4 anni, e durante la presentazione i dipendenti sono scesi in strada spontaneamente per manifestare il loro dissenso e la preoccupazione per il futuro.

«Ancora una volta a pagare il prezzo più alto sono le lavoratrici e i lavoratori - ha dichiarato Matteo Casiraghi, segretario Generale Flai Cgil Lombardia - Da mesi si continua a chiedere a alla società un serio piano di rilancio industriale capace di rilanciare il marchio, la produzione, l’occupazione e dare speranze future e certe a chi lavora. Un continuo disinteresse del sito produttivo di Agrate dimostrato in questi anni, ha portato a riduzione del personale, utilizzo di cassa integrazione e venir meno delle relazioni sindacali». 

L’operazione di rilancio dello stabilimento di Agrate «prevede un intervento urgente mirato al miglioramento degli indici di produttività, efficienza e cultura aziendale. Il mercato richiede, infatti, che la fabbrica sia un centro di produzione provvisto di personale flessibile e polivalente. Altri fattori chiave perché il successo del piano di rilancio sia effettivo, sono la riduzione dell’assenteismo e del conflitto sindacale, l’aumento della produttività e l’adeguato ridimensionamento del team di collaboratori», spiegano da GBFoods. L'investimento da 25 milioni servirà a modernizzare macchinari e linee di produzione e razionalizzare gli spazi, spostando nello stabilimento brianzolo anche la produzione di brodo liquido, si legge in una nota dell'azienda, «una volta che Star potrà contare su una fabbrica moderna e sostenibile, in grado di affrontare le sfide future e assicurare la sua continuità».

Per quanto riguarda il futuro dei 65 addetti dichiarati in esubero, l'azienda ha dichiarato che prevederà misure di sostegno sociale. I lavoratori e i sindacati però non ci stanno e annunciano battaglia.

Anche il vicepresidente del Consiglio regionale Fabrizio Cecchetti (Lega) è intervenuto sulla questione, chiedendo un intervento della Regione: tramite una mozione chiede di «avviare ogni percorso utile per raggiungere un accordo aziendale che tuteli gli attuali livelli occupazionali anche attraverso un apposito tavolo di confronto con l’azenda», e nella peggiore delle eventualità di «adottare ogni utile strumento per sostenere i lavoratori e le famiglie coinvolte dagli esuberi».

«In questo momento di crisi - spiega Cecchetti - un piano di rilancio aziendale deve avere come punto cardine la tutela dell’occupazione, magari chiedendo anche sacrifici ai dipendenti ma senza mettere in discussione il loro posto di lavoro. Non è tollerabile che gli errori gestionali commessi negli anni passati vengano scaricati sui lavoratori. L’azienda si difende dicendo che per ripartire è necessaria una lotta all’assenteismo, l’aumento della produttività e la riduzione del conflitto sindacale, ma sono convinto che per raggiungere questi obiettivi si possono trovare strade differenti ai licenziamenti. La Regione sta seguendo molto da vicino la vicenda partecipando costantemente ai tavoli insediati presso il Ministero dello sviluppo economico. Ora serve un secco no a questo piano di licenziamenti da parte di tutte le istituzioni che devono trovare le modalità adatte per scongiurare gli esuberi e permettere all’azienda di rilanciarsi sul mercato».

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