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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Covid, Fontana preoccupato: «Peggiorati in tutti i parametri, siamo vicini alla zona rossa»

Il governatore ribadisce le sue preoccupazioni: «Mi auguro che questi numeri si invertano»

«Stiamo peggiorando in tutti i parametri». Attilio Fontana, presidente di regione Lombardia, non fa troppi giri di parole e traccia per la sua regione un futuro che potrebbe essere nuovamente da zona rossa. Intervistato lunedì mattina da SkyTg24, il governatore ha fatto il punto della situazione e non ha nascosto le preoccupazioni per l'emergenza covid, che sembra abbia ricominciato a correre. 

«Purtroppo la scorsa settimana l’indice Rt ha avuto un improvviso rialzo, a 1.24. Tenendo conto dei nuovi parametri introdotti dal governo poco prima di Natale, ci stiamo avvicinando sicuramente alla zona rossa», ha ammesso il presidente lombardo proprio nel giorno in cui la regione è tornata in zona arancione. «Mi auguro sempre che questi numeri si invertano, mi auguro sempre che l'indice Rt come l'indice dei ricoveri si possano abbassare. Questo è un auspicio, ma se non succede allora il rischio è la zona rossa. Stiamo peggiorando in tutti i parametri, la situazione va tenuta sotto controllo», ha ripetuto Fontana, che già sabato aveva lanciato l'allarme.

Sui nuovi parametri introdotti dal governo - adesso per passare in zona rossa "basta" un indice Rt di 1.25 - il governatore ha spiegato: «Ci vuole più omogeneità e chiarezza, la situazione cambia continuamente. Anche l’introduzione dei tamponi rapidi è un argomento che merita maggiore discussione altrimenti si rischia di peggiorare la percentuale senza una ragione valida. È vero che siamo stati anche noi a chiedere modifiche, io stesso ho chiesto di valutare dati più vicini nel tempo», ha ricordato. 

Fontana ha poi annunciato che nelle prossime ore parteciperà a un nuovo incontro con il governo, per discutere di eventuali nuove misure, anche perché dall'esecutivo va "disegnato" il nuovo Dpcm, o il nuovo decreto legge, che dovrà regolare divieti e restrizioni dal 16 gennaio in poi. «Da tempo sostengo che in questi mesi abbiamo accertato con sicurezza che ci sono comportamenti che non possiamo permetterci. L’ondeggiamento tra zone gialle, arancioni e rosse non porta stabilità. Con i tecnici dobbiamo quindi concentrarci sui comportamenti da escludere, su quali sono le attività assolutamente da non svolgere», ha sottolineato Fontana. 

Quindi un passaggio sulle scuole, la cui riapertura in Lombardia è stata rinviata al 25 gennaio proprio per il timore - aveva chiarito lo stesso governatore - di un nuovo passaggio in zona rossa. È «la questione più grave dal punto di vista sociale, abbiamo fatto tutto quanto ci è stato richiesto dal governo, anche per quanto riguarda i trasporti. Avevamo fatto un progetto assolutamente preciso e ben fatto. Siamo tutti consapevoli dell’importanza delle lezioni in presenza. L’improvviso peggioramento dei numeri ci ha però costretto a cambiare opinione sulla riapertura. Ci dispiace, è un lavoro che abbiamo buttato via anche noi».

In conclusione, il presidente del Pirellone ha commentato i dati sui vaccini anti covid, che vedono la Lombardia tra le ultime regioni italiane per la percentuale tra sieri ricevuti e somministrati. «Non è un ritardo, non è una gara a chi arriva primo. Noi con il commissario Arcuri abbiamo un accordo che prevede la fine del primo giro di vaccini entro il 28 gennaio, ed entro quella data lo finiremo - ha garantito -. Poi ci sarà un richiamo da effettuare assolutamente tra il 19esimo e il 23esimo giorno, dobbiamo avere la certezza di avere le dosi di vaccino necessarie. Non capisco - ha concluso Fontana - perché si debba creare una competizione che non ha senso».

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