Massimo Fini, addio alla scrittura "Sono diventato cieco"

Addio alla scrittura per Massimo Fini, giornalista e scrittore nato a Cremeno: una degenrazione oculare lo ha reso ipovedente, togliendogli così la facoltà di leggere e di scrivere. È lo stesso Fini a darne notizia, tramite un comunicato sul suo sito web. 

«Sono diventato cieco - scrive il cremenese 71enne - O, per essere più precisi, semicieco o 'ipovedente' per usare il linguaggio da collitorti dei medici. In sostanza non posso più leggere e quindi nemmeno scrivere. Per uno scrittore una fine, se si vuole, oltre che emblematica, a suo modo romantica, ma che mi sarei volentieri risparmiato.

Una Vita è quindi il mio ultimo libro. E la mia storia, di scrittore e giornalista, finisce qui. Del resto nella vita arriva sempre un momento in cui, per una ragione o per l'altra, si deve uscire di scena.

Il sito rimane aperto per chi voglia sottoscrivere il Manifesto (dell'antimodernità, pubblicato sul suo sito, ndr), per le mail (ho qualcuno che mi dà una mano), per inviti, conferenze, interviste perché se ho perso l'uso della vista non ho perso quello della parola e, spero, nemmeno il ben dell'intelletto. Un grazie a tutti quelli che mi hanno seguito in questi ultimi , e per me molto faticosi, anni».

Massimo Fini, nato a Cremeno, nella sua lunga carriera è stato giornalista, scrittore, attivista e drammaturgo: laureato in giurisprudenza, ha scritto, fra gli altri, per Linus, Il Giorno e Il fatto quotidiano. Assieme ai familiari, fu l'ultima persona a vedere in vita Walter Tobagi, la sera prima del suo omicidio, avvenuto il 28 maggio 1980.

Diversi anche i volumi da lui pubblicati, spesso incentrati sulla comparazione fra il mondo nato dalle Rivoluzioni industriale e francese, con assetti socioeconomici storicamente precedenti. Per il suo libro "Il mullah Omar", dedicato al leader talebano, venne contestato duramente.