Il maltempo che si è abbattuto sul Lecchese lo scorso 23 settembre, oltre a causare diversi danni, fortunatamente di lieve entità, ha fatto una "vittima" illustre: si tratta del "piantone Segantini", faggio che da secoli veglia sulla Brianza dal monte Cornizzolo.

L'albero secolare, che si ritiene abbia almeno 300 anni, non ha retto alle raffiche di vento che hanno soffiato a 114 chilometri orari, finendo per sradicare la pianta e "piegarla" sul fianco.

Un incidente inaccettabile per gli abitanti della zona, che in pochi giorni hanno deciso di riunirsi per provare a salvare l'albero sotto il quale il pittore Giovanni Segantini amava riposarsi durante gli anni del suo soggiorno eupiliese, fra il 1883 e il 1886.

«Chissà nei suoi tre secoli di vita quanti animali ha ospitato, quante persone ha visto passare: pastori, gente in fuga, partigiani, bambini, noi - spiegano dal neonato Comitato Piantone Segantini - Chissà quanti discorsi di chi si riposava all'ombra delle sue fronde avrà ascoltato, ma anche i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, le urla di disperazione, il rumore della vita frenetica che col passare degli anni risaliva le pendici del Cornizzolo: auto, moto e, impensabile ai suoi tempi, parapendii e deltaplani».

Obiettivo del Comitato è riuscire a salvare la pianta: risollevarla, raddrizzarla, ripiantarla nel terreno e farla riattecchire. Operazioni sulle quali sono già stati fatti dei preventivi, e che richiederanno circa 25mila euro.

Per riuscire a mettere insieme il denaro, il Comitato ha deciso di tentare la strada del crowdfounding, ancora poco praticata in Italia: grazie a un sito web è possibile contribuire alla raccolta di fondi con una donazione online dell'importo iminimo di un euro. Per le donazioni sopra i 2 e sopra i 5 euro, inoltre, sono previste delle ricompense.

Tutte le informazioni sulla campagna di crowdfounding si possono trovare sulla pagina social del Comitato Piantone Segantini, mentre le donazioni possono essere effettuate sulla pagina web creata per raccogliere le offerte.