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Covid-19 e reati informatici spingono la transizione digitale delle medio-piccole imprese

Frodi digitali raddoppiate in dieci anni e maggiore utilizzo del web causa pandemia: gli imprenditori lecchesi corrono ai ripari aumentando gli investimenti

Il Covid-19 ha spinto una maggior platea di Mpi (medio-piccole imprese) all'utilizzo di strumenti digitali. I dati dell'ultimo sondaggio d'ascolto "Effetti crisi Coronavirus sulle Mpi lombarde" effettuato a inizio febbraio 2021 a cui hanno partecipato circa 2mila imprenditori lombardi evidenzia che la quota di Mpi che a seguito dell'emergenza sanitaria utilizza almeno uno strumento digitale è salita di 10,6 punti passando dal 53,8% al 64,4%.

In particolare, rispetto al periodo pre emergenza Covid-19, è cresciuta la quota di imprese che hanno usufruito di piattaforme per la formazione on line (+11,6) e di piattaforme di conference call (9,6). Restano comunque gli strumenti più utilizzati il sito web (40%) e i social network (38%).

Lavoro, Confartigianato: «Stop a vincoli e costi per contratti a termine»

«I dati Unioncamere-Anpal, Sistema Informativo Excelsior, riferiti all'intero anno 2020 - commenta Vittorio Tonini, segretario generale Confartigianato Imprese Lecco - ci permettono di cogliere un'altra evidenza: nel 2020, a fronte di una maggiore propensione all'impiego del digitale per produrre, per comunicare e per vendere, si osserva anche un incremento della quota di imprese di micro piccole dimensioni (1-49 dipendenti) che hanno effettuato investimenti in sicurezza informatica. Le Mpi lecchesi che lo scorso anno (2020) hanno investito, ritenendo questa tipologia di investimento di importanza medio-alta, sono il 36,2%, quota superiore di 4,3 punti rispetto a quella rilevata nel periodo pre emergenza (2015-2019), del 31,9%. La maggiore propensione a investire in sicurezza informatica nasce anche dalla necessità crescente di tutelare le informazioni d'impresa condivise e immagazzinate, in misura sempre maggiore, sul web. Inoltre gli ultimi dati sui delitti denunciati dalle forze di polizia all'autorità giudiziaria indicano che nel corso degli anni sono stati proprio i delitti informatici, truffe e frodi informatiche a crescere di più, conseguenza correlata a un uso maggiore delle tecnologie. La provincia di Lecco nel 2019, anno pre pandemico, registrava 1.055 casi, 971 nel 2018 e 8 anni prima (nel 2011) ne contava 579. Una escalation non di poco conto».

Riva: «Dal Covid spinta al digitale»

«È evidente - aggiunge Daniele Riva, presidente di Confartigianato Imprese Lecco - che la pandemia ha cambiato il modo di lavorare e comunicare degli imprenditori, pensiamo alle "riunioni" virtuali a cui partecipiamo ormai da un anno o i corsi di formazione che anche la nostra Associazione ha traslato interamente su piattaforma digitale. Uno tra i pochi effetti positivi del Covid è senza dubbio la spinta data al digitale, per la parte e-commerce e presentazione della propria azienda tramite siti internet e social. Ma come ben sappiamo, i nostri dati valgono oro e non sempre riusciamo a proteggerli a dovere. Da qui l'esigenza di implementare la sicurezza informatica. Confartigianato, con la sua categoria Nuove Tecnologie, ha ben presente il problema, tanto da aver dedicato un ciclo di webinar proprio a queste tematiche. Anche alla luce di questi dati continueremo ad affiancare i nostri associati sia nel processo digital che di sicurezza».

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