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Economia, il 2014 si chiude in calo per le aziende lecchesi

Stando ai dati di Confindustria in lieve decrescita a fine anno domanda, attività produttiva e fatturato. Il presidente Maggi: «Speriamo nel Jobs Act»

I dati dell'Osservatorio congiunturale relativo al secondo semestre 2014 realizzato dal centro Studi di Confindustria Lecco e Unindustria Como delineano un quadro caratterizzato da un lato da una generale tenuta sul versante tendenziale e, dall'altro, da una decelerazione congiunturale per gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato.

Indicatori questi, che hanno subito un rallentamento di oltre tre punti percentuali con una conseguente parziale erosione dei risultati positivi raggiunti dalle aziende nella prima metà dell'anno. Rispetto ai livelli dello scorso giugno, la contrazione si è attestata al 3,6% per gli ordini, al 2,7% per l'attività produttiva e al 3,5% per il fatturato.

Sul versante tendenziale invece, il confronto con il corrispondente semestre del 2013 ha mostrato variazioni positive anche se di entità contenuta. Gli scambi a livello nazionale e l'export sono generalmente stabili, con un bilanciamento fra i giudizi di diminuzione e quelli di crescita. Il contributo dell'export sul totale del fatturato resta superiore al 40%, confermando la forte propensione delle imprese verso il commercio internazionale. Il principale mercato estero di sbocco è l'Europa occidentale.

«Lo scenario delle aziende di Lecco - afferma il presidente di Confidustria Lecco Giovanni Maggi - assume gli stessi toni descritti: rallentamento a livello congiunturale e variaizioni positive ma contenute rispetto al corrispondente periodo di un anno prima. Nel caso lecchese, infatti, gli ultimi sei mesi del 2014 hanno mostrato una fase di raffreddamento dell'attività che ha parzialmente vanificato i risultati con indicatore positivo conseguiti durante il precedente periodo gennaio-giugno, durante il quale l'attività produttiva aveva registrato una crescita congiunturale di quasi cinque punti percentuali sui livelli di dicembre 2013».

«Le aspettative per l'anno in corso -prosegue Maggi - segnano un miglioramento rispetto alla chiusura del 2014. I fattori che concorrono a disegnare uno scenario diverso sono molti, fra i quali il mutato rapporto euro-dollaro. E' inoltre di questi giorni la conferma delle novità introdotte dal Jobs Act, che segnano un cambiamento importante e finalmente nella giusta direzione. La speranza è che il completamento del percorso di riforma possa a sua volta contribuire al rilancio della nostra economia»

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