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Confindustria, situazione "stabile": migliora il manifatturiero

I principali indicatori esaminati - riguardanti domanda, andamento dell'attività produttiva e fatturato - fanno emergere un quadro orientato alla conservazione dei livelli

I dati elaborati nell'ambito dell'Osservatorio rapido riguardante il mese di novembre 2017, condotto dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como, mostrano un quadro di generale stabilità rispetto ad ottobre.  


I principali indicatori esaminati - riguardanti domanda, andamento dell'attività produttiva e fatturato - fanno emergere un quadro orientato alla conservazione dei livelli. I giudizi prevalenti risultano infatti essere quelli di stabilità, ulteriormente confermata dalle indicazioni di diminuzione e di crescita che tendono a bilanciarsi.  


Sul versante della domanda si registrano andamenti stabili per circa un'azienda su due, sia per quanto riguarda gli scambi domestici, sia per l'export. Nel caso degli ordini interni è rilevabile una maggior incidenza di giudizi di rallentamento (29,5%) rispetto a quelli di crescita (19,4%). Per gli ordini oltre confine si registra invece un bilanciamento tra le aziende che segnalano una minor intensità delle richieste e quelle che comunicano un aumento. L'attività produttiva è allineata alla domanda, con una prevalenza di giudizi di stabilità (60,5%) e indicazioni di aumento e diminuzione bilanciati. L'esame del grado di utilizzo degli impianti di produzione rivela un dato medio del 78%, confermando sostanzialmente quanto esaminato nell'ambito della precedente edizione dell'Osservatorio (80,1% in settembre). Anche per il fatturato prevale la stabilità (42,7%). Si rileva tuttavia una maggior incidenza delle indicazioni di aumento (31,5%) rispetto a quelle di diminuzione (25,8%). Le previsioni per le prossime settimane, relative all'insieme degli indicatori, segnalano conservazione dei livelli per circa due imprese su tre (64,4%), a fronte di indicazioni di diminuzione (22,2%) che superano quelle di aumento (13,4%).  Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti, che interessano quasi un'azienda su due, continuano a rappresentare elementi di criticità per le imprese. In novembre il fenomeno è considerato in peggioramento, rispetto ad ottobre, per quasi un'azienda su dieci (8%). Permane anche la limitata visibilità sulla domanda, che per il 90% delle imprese risulta inferiore ai 3 mesi e per il 40% minore di un mese. Il costo di approvvigionamento delle materie prime in novembre è risultato in crescita, rispetto ai listini di ottobre, per il 42% del campione. I giudizi riguardanti i rapporti tra le imprese del campione e gli Istituti di credito delineano una situazione di generale stabilità delle condizioni; si registra tuttavia un incremento delle spese e delle commissioni bancarie per quasi un'azienda su cinque (19,3%). Sul fronte occupazionale è riscontrabile nuovamente un mantenimento dei livelli, confermato anche dalle previsioni per i prossimi mesi.  

"L'osservatorio su novembre - commenta il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva - ci restituisce un quadro generalmente stabile, al quale non mancano comunque indicazioni di crescita. Nel complesso, dal confronto che abbiamo stabilmente con i colleghi imprenditori posso confermare che si respira un'aria diversa rispetto al passato e, certamente, improntata ad un maggiore ottimismo. Questo, complici anche i dati a livello di sistema Paese che, se non sono in netta ripresa, mostrano comunque l'inizio della risalita. Sicuramente il manifatturiero, che è uno dei motori di quella che speriamo di poter definire presto una rinascita, sta dimostrando quali siano le sue capacità di combattere le condizioni avverse e di cavalcare il miglior andamento dei mercati mondiali".  

GLI ORDINI 
L'indicatore associato alla domanda per le imprese di Lecco, Sondrio e Como mostra andamenti divergenti tra il mercato interno e l'export. Per entrambi gli ambiti territoriali il giudizio prevalente è quello di stabilità (51,1% sul mercato domestico e 46,4% per l'export) ma nel caso degli ordini nazionali è rilevabile una maggior incidenza di giudizi di rallentamento (29,5%) rispetto a quelli di crescita (19,4%).  Nel caso delle esportazioni le indicazioni di aumento (27,4%) risultano invece allineate a quelle di diminuzione (26,2%). Per alcune aziende del campione, la diminuzione degli ordini è in parte legata a fenomeni di stagionalità.  
Per Lecco e Sondrio risultano confermate la prevalenza di giudizi di stabilità (55% a livello domestico e 47,4% per l'export) e la maggior incidenza delle indicazioni di rallentamento per gli ordini interni. Si rileva invece un maggior peso dei giudizi di crescita delle esportazioni (28,9%) rispetto a quelli di diminuzione (23,7%).  

LA PRODUZIONE 
L'attività produttiva delle realtà dei tre territori registra in novembre livelli stabili, allineandosi a quanto esaminato per la domanda. Il giudizio prevalente è quello di mantenimento, comunicato dal 60,5% del campione, ed è ulteriormente confermato dal bilanciamento tra le indicazioni di diminuzione (20,9%) e di crescita (18,6%) che assumono entità simili. Il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva rivela un impiego del 78%, confermando sostanzialmente quanto esaminato nella scorsa edizione dell'Osservatorio Congiunturale (80,1% rilevato per il mese di settembre). Rispetto al dato medio, le imprese con oltre 50 occupati mostrano un maggior grado di utilizzo dei propri impianti rispetto alle realtà più piccole. Non si rilevano particolari differenze suddividendo invece le imprese in base ai settori merceologici.  
Per le imprese lecchesi e sondriesi lo scenario risulta caratterizzato da una prevalenza di indicazioni di stabilità (61,5%) a fianco delle quali i giudizi di aumento (23,1%) assumono maggiore entità di quelli di diminuzione (15,4%). Il tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi si attesta invece al 77,2%.   
 
IL FATTURATO 
Sul versante delle vendite per le imprese del campione nel suo complesso, ma lo stesso quadro è confermato anche per le sole realtà di Lecco e di Sondrio, si registra un andamento di generale stabilità. Per oltre quattro imprese su dieci (42,7%) il fatturato di novembre risulta in linea con quello del mese precedente. In caso di giudizi di variazione quelli di aumento delle vendite (31,5%) superano quelli di diminuzione (25,8%).   

LE PREVISIONI 
Le previsioni per le prossime settimane risultano improntate alla stabilità, indicata da quasi due terzi del campione (64,4%) delle imprese di Lecco, Sondrio e Como. È tuttavia riscontrabile una maggior incidenza dei giudizi di rallentamento del business (22,2%) rispetto a quelli di accelerazione (13,4%), in parte dovuta anche alla presenza delle festività natalizie.  
Per quanto riguarda l'orizzonte di visibilità sulla domanda, si registrano criticità per quattro imprese su dieci (40,2%) per cui il portafoglio ordini è sufficiente a coprire un periodo inferiore ad un mese. La percentuale sale a quasi il 90% se si considera un orizzonte temporale inferiore al trimestre.  
Il quadro previsionale per le imprese lecchesi e sondriesi risulta sovrapponibile a quello esaminato per il campione globalmente considerato.  

LE MATERIE PRIME 
I costi associati all'approvvigionamento delle materie prime risultano in aumento in novembre rispetto ad ottobre per quattro imprese su dieci, sia considerando il campione delle tre province (42%), sia focalizzando l'analisi alle sole realtà di Lecco e di Sondrio (42,5%). Per il 55,7% del campione i costi sono rimasti stabili mentre per il restante 2,3% sono diminuiti.  
LA SOLVIBILITÀ Le situazioni di insolvenza e di ritardo dei pagamenti rappresentano ancora fattori penalizzanti per le imprese, in particolare per il 44,4% delle realtà di Lecco, Sondrio e Como. La situazione è rimasta stabile per l'86% del campione, è migliorata per il 6% ma si è ulteriormente aggravata per l'8%.  
Il fenomeno per le imprese lecchesi e sondriesi ha avuto diffusione paragonabile (44,2%) a quella esaminata a livello complessivo e in novembre è rimasta pressoché stabile rispetto al mese precedente.    

I RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO 
I giudizi riguardanti i rapporti tra le imprese dei tre territori e gli Istituti di credito con cui si opera in modo stabile non descrivono particolari mutamenti. Per il 90,9% delle aziende le condizioni praticate risultano stabili, per il 5,7% sono migliorate e per il restante 3,4%, invece, peggiorate. Esaminando nel dettaglio, il 4,5% del campione ha comunicato un incremento degli spread e dei tassi applicati mentre il 19,3% delle aziende ha rilevato incrementi delle spese e delle commissioni bancarie. Riguardo ai giudizi sulla liquidità aziendale, il 37,1% del campione ha comunicato soddisfazione, il 39,3% una situazione nella norma mentre il 23,6% un quadro migliorabile. Lo scenario per le imprese di Lecco e di Sondrio assume toni simili. I giudizi sui rapporti con gli Istituti di credito risultano stabili per l'85% del campione, in miglioramento per il 10% mentre in peggioramento per il restante 5% delle aziende. L'incremento degli spread e dei tassi di interesse ha riguardato il 2,4% del campione mentre l'aumento delle spese e delle commissioni bancarie ha influenzato il 12,2% delle imprese. La liquidità aziendale è stata giudicata soddisfacente dal 39% del campione, nella norma dal 43,9% e migliorabile per il restante 17,1%.    

L'OCCUPAZIONE 
Lo scenario occupazionale mostra un quadro di diffusa stabilità, sia a livello congiunto, sia per quanto riguarda le imprese dei territori di Lecco e di Sondrio. Per il campione nel suo complesso il mantenimento dei livelli occupazionali interessa l'87,9% delle aziende, la diminuzione è comunicata dal 2,2% mentre l'aumento dal 9,9%. Le previsioni per i prossimi mesi confermano il quadro di stabilità rilevato in novembre: a fianco dell'82,4% di giudizi di conservazione, è rilevabile un bilanciamento tra le ipotesi di crescita e di diminuzione della forza lavoro (entrambe si attestano all'8,8%).  
Nel caso lecchese e sondriese i giudizi di stabilità rappresentano l'88,4% del totale, quelli di crescita si attestano al 9,3% mentre quelli di diminuzione coinvolgono il restante 2,3% delle imprese. Per quanto riguarda le aspettative per i prossimi mesi si registrano indicazioni di mantenimento dei livelli per il 74,4% del campione, di aumento per il 14% e, infine, di diminuzione per l'11,6%.

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