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Crescono fatturato e ordini per le aziende lecchesi, per Confindustria il settore è "stabile"

I dati dell'Osservatorio congiunturale di settembre. Il presidente Maggi: "Presto per parlare di ripresa, ma aspettative sono improntate a stabilità"

Un passo alla volta, si fa sempre più stabile l'economia lecchese nel suo percorso verso l'uscita dalla crisi economica: a dirlo sono i dati dell'Osservatorio rapido di settembre 2015, studio condotto, come di consueto, da Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como.

Per i tre principali indicatori esaminati, ordini, attività produttiva e fatturato,  si registra infatti un mantenimento dei livelli per circa un'azienda su due, mentre nei casi in cui si sono verificate variazioni, gli aumenti risultano superiori alle diminuzioni.

Ottime notizie, sul versante della domanda, arrivano dal mercato interno: dopo un periodo di stagnazione, gli scabi sono ripresi anche entro i confini nazionali, e non soltanto al di fuori. «Se il dato sulla domanda interna ci fa ben sperare almeno in parte, l’incremento si registra anche sul versante estero, per quanto con un ritmo di crescita inferiore rispetto alle precedenti indagini - commenta il presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Giovanni Maggi - Non dobbiamo dimenticare che in questi anni di crisi l’export ha rappresentato per molte aziende l’unica ancora di salvezza e non bisogna quindi fermare questo percorso. Ne siamo ben consapevoli e oltre a confermare il nostro impegno a favore delle aziende operanti all’estero, anche con misure straordinarie come il fondo internazionalizzazione 2015 che ha raggiunto i 200mila euro stanziati, ci fa piacere rilevare che le imprese di entrambe le province attingono dalle opportunità di strumenti con il Business Point». 

L’attività produttiva cresce per oltre un’azienda su tre, mentre diminuisce in un caso su cinque rispetto alla media registrata in luglio-agosto, e anche per quanto riguarda il fatturato si riscontra una maggior incidenza dei giudizi di aumento, rispetto a quelli di diminuzione.

Un quadro in lieve miglioramento, dunque, nonostante alcune criticità rimangano ancora irrisolte: si tratta, in particolare, di quelle inerenti alla ridotta visibilità degli ordini (oltre il 43% delle imprese continua ad avere un portafoglio di poche settimane) e alle situazioni di insolvenza e dei ritardi di pagamento da parte dei clienti, rilevati per oltre un’impresa su due. 

«È ancora presto per parlare di ripresa e per dire che la crisi è ormai alle spalle – sottolinea ancora il presidente Maggi. Anche perché la situazione varia da azienda a azienda, a volte anche in modo significativo. Ci conforta però registrare che, per la media delle imprese del campione, le aspettative per le prossime settimane sono improntate alla stabilità. Ancora una volta, il numero di quanti dichiarano un miglioramento risulta superiore a quanti indicano un peggioramento».

Sul fronte dei costi legati alle materie prime, le imprese hanno registrato livelli stabili nel mese appena trascorso, e per il 20% circa delle aziende vi sono state riduzioni nelle quotazioni che hanno determinato benefici all’acquisto. Anche i giudizi sull’andamento dell’occupazione risultano generalmente stabili, con indicazioni di crescita più diffuse rispetto a quelle di diminuzione. 

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