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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Crisi e lavoro, le imprese del territorio non riescono ad assumere i giovani

E'quanto emerso dal quinto rapporto dell'Osservatorio provinciale sul mercato dell'occupazione. Ancora tanti i Neet, ragazzi che non studiano e non lavorano

Nel 2014 la crisi ha continuato a penalizzare l'occupazione in provincia di Lecco, soprattutto per quanto riguarda i giovani appena usciti dalle università. A diffondere il dato è stato ieri, 20 aprile, il quinto rapporto dell'Osservatorio provinciale del mercato del lavoro in un incontro che si è svolto alla Camera di commercio con alcuni importanti relatori, fra i quali Rossella Pulsoni, segretario generale della Camera di commercio, Flavio Polano, presidente della Provincia di Lecco e Marco Viganò, vicepresidente di Network occupazione Lecco.

Durante il convegno è stato segnalato come nei sei anni di crisi, la popolazione occupata si sia ridotta di circa tremila unità, con un recupero però nell'ultimo anno, mentre il tasso occupazionale è sceso dal 67% nel 2008 a poco più del 65,5% del 2014. Un dato negativo che ha messo in difficoltà soprattutto i giovani, che non riescono a trovare impiego nelle imprese territoriali e cercano lavoro altrove, soprattutto nel Milanese e in altre province lombarde.

In generale, il numero di posti di lavoro in provincia, per quanto in termini più contenuti rispetto al biennio precedente, nel 2014 si è ulteriormente assottigliato sia nel comparto manufatturiero, che del terziario, oltre che delle costruzioni. I dati relativi allo scorso anno, seppur non ancora definitivi, registrano una perdita di circa 1.200 posti nell'industria e quasi 500 nell'edilizia.

In particolare emerge come la domanda locale fatichi a fronteggiare i flussi di offerta rappresentati dalla popolazione, soprattutto giovanile, in cerca di un impiego. E' dunque diminuito ulteriormente l'assorbimento occupazionale dei neolaureati lecchesi, con particolare evidenza nel terziario turistico e nei servizi alla persona. L'inserimento di giovani è cresciuto invece, anche se ancora in misura modesta, nel manufatturiero.

​La presenza di un tasso di disoccupazione giovanile così alto, ha evidenziato il convegni di ieri - si è passati dall'8% del 2008 fino a oltre il 30% nel 2014 - renderà difficile, anche negli anni a venire, per i neolaureati di oggi trovare un lavoro stabile.

Inoltre, come già evidenziato nel precedente rapporto, il fenomeno più preoccupante resta la forte espansione del numero dei cosiddetti "Neet" ("Not in employment, education or trrading") che sono passati da circa 2.400 unità nel 2008 a quasi settemila nel 2014.

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