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Economia in ripresa, lo dice l'osservatorio di Confindustria

Dati positivi anche dal settore industriale

I dati dell’Osservatorio Congiunturale relativo al primo semestre 2017, realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como, mostrano un quadro in miglioramento, sia sul fronte tendenziale, sia a livello congiunturale.

Gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato evidenziano un incremento su entrambi gli orizzonti temporali di riferimento. Il confronto con i primi sei mesi del 2016 mostra infatti una variazione tendenziale di circa il 2,1%, con andamenti omogenei per i tre indicatori. Il dato congiunturale, misurato rispetto ai livelli della seconda metà dello scorso anno, si attesta invece a quota 3,4%, al di sopra delle previsioni formulate in occasione della precedente edizione dell’Osservatorio (+1,3%).
L’analisi del tasso medio di utilizzo degli impianti produttivi evidenzia un incremento rispetto ai livelli del semestre precedente di circa 4 punti percentuali, passando dal 65,4% dello scorso anno al 69,6%. Permangono differenze a livello dimensionale, con le imprese oltre i 50 occupati che comunicano un maggior utilizzo della capacità produttiva (79,7%) rispetto alle aziende di dimensioni minori (62,0%). A livello settoriale, invece, l’impiego della capacità non mostra particolari distinzioni. La produzione non realizzata internamente ma affidata ad attività di subfornitura determina un ulteriore 7,3% e dipende prevalentemente da soggetti nazionali (6,5%).

Negli ultimi mesi del semestre, e in particolare tra aprile e giugno, le vendite delle imprese del campione hanno registrato una fase positiva. I giudizi espressi riguardo l’andamento del fatturato sono improntati alla crescita per oltre quattro imprese su dieci, sia sul mercato domestico (46,3%), sia per quanto riguarda l’export (41,6%). Le esportazioni determinano in particolare circa un terzo del fatturato totale (31,4%), confermando la propensione all’internazionalizzazione delle imprese del campione. Il principale mercato di riferimento oltre confine è rappresentato dall’Europa Occidentale dove viene realizzato il 16,7% delle vendite. Seguono per importanza l’Est Europa (3,2%), gli Stati Uniti (2,9%), i BRICS (2,7%), l’Asia Occidentale (2,4%) e l’America Centro-Meridionale (1,4%). Conformemente a quanto esaminato per l’utilizzo della capacità produttiva, il fatturato realizzato all’estero varia secondo la dimensione aziendale: le imprese con oltre 50 occupati realizzano quasi la metà (46,7%) delle vendite oltre confine, mentre per le imprese più piccole la percentuale è inferiore (20,1%).

Non si riscontrano particolari andamenti anomali riguardo i costi legati all’approvvigionamento delle materie prime: le imprese del campione hanno comunicato variazioni al di sotto di tre punti percentuali. In media, l’incidenza delle commodities sul totale dei costi aziendali risulta pari a 32,2. I rapporti tra le imprese e gli Istituti di credito risultano caratterizzati da condizioni diffusamente stabili.

Nel caso delle spese e delle commissioni, nonché della richiesta di garanzie e tassi, l’86,5% del campione non comunica variazioni. Considerando invece la disponibilità degli Istituti a concedere nuove linee di credito o ad allargare quelle esistenti la stabilità è segnalata nel 69,5% dei casi. Anche i giudizi riguardanti lo scenario occupazionale tracciano un quadro di diffusa stabilità, come confermato da oltre due imprese su tre, a cui si accompagna una prevalenza di indicazioni di crescita rispetto alla diminuzione.

“I dati rilevati per le province di Lecco e Sondrio ci restituiscono un quadro dove gli indicatori vanno finalmente tutti nella direzione del miglioramento, anche se con variazioni di entità mediamente contenuta e una situazione ancora variegata - commenta il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva. Anche lo scenario nazionale, come sappiamo, mostra qualche segno di ripresa e credo che questo sia in parte dovuto alle recenti politiche di crescita, che stanno sostenendo gli investimenti da parte delle imprese, delle quali cominciamo a vedere i primi effetti. Ora vanno completate con una politica economica di ampio respiro e una strategia espansiva che supporti la crescita nel lungo periodo”. “Sicuramente, per il nostro territorio, è ancora una volta strategica la vocazione all’export, che sta dando risultati interessanti. Dal nostro osservatorio vediamo però anche che molte imprese sono particolarmente attive sul fronte della digitalizzazione e nel cogliere le occasioni offerte dai molti bandi e incentivi, che in questa fase sono decisamente interessanti e che devono trovare continuità anche per il prossimo futuro, per non vanificare i risultati raggiunti sinora - sottolinea il Direttore Generale dell’Associazione Giulio Sirtori.

La domanda

Le imprese dei tre territori rivelano un andamento positivo per gli ordini su entrambi gli orizzonti temporali di analisi. La variazione congiunturale si attesta a +3,6%, al di sopra delle previsioni formulate durante la precedente edizione dell’Osservatorio, indicanti invece +1,7%. Il raffronto tendenziale mostra invece un incremento del +2,1% rispetto a quanto registrato per i primi sei mesi del 2016. Le previsioni per la seconda metà del 2017 si mantengono positive e si attestano, in media, a +1,5%.

Per le realtà di Lecco e di Sondrio il quadro è simile, con aumenti superiori a 3 punti percentuali sia sul versante congiunturale (3,3%), sia a livello tendenziale (3,1%). Le aspettative per il periodo luglio-dicembre risultano positive e pari a +1,3%.

L'attività produttiva

Le imprese di Lecco, Sondrio e Como registrano una crescita dell’attività produttiva, in linea con quanto esaminato per la domanda. Il confronto con i livelli dei primi sei mesi dello scorso anno mostra una variazione tendenziale del 2,3%; il dato congiunturale è invece pari a +2,9%, superiore alle aspettative espresse in occasione del precedente Osservatorio (+1%). Sul versante previsionale le imprese del campione indicano, in media, un aumento del +1,3% per la seconda metà dell’anno.

Il dato riguardante l’utilizzo della capacità produttiva mediamente impiegata tra gennaio e giugno 2017 si attesta a 69,6%, in aumento rispetto a quanto registrato per il secondo semestre 2016 (65,4%). Continuano ad esistere marcate differenze rispetto alla dimensione aziendale. Le imprese al di sopra dei 50 occupati mostrano un maggior livello di utilizzo (79,7%) rispetto alle realtà di minori dimensioni (62%). Il confronto a livello settoriale mostra invece dati più omogenei: il dato medio per le imprese metalmeccaniche risulta pari a 70,8%, quello delle imprese tessili 67,1% mentre per le aziende di tutti gli altri settori globalmente considerati si registra un dato del 71,5%. Il contributo della produzione gestita tramite pratiche di outsourcing risulta pari al 7,3%. La subfornitura interessa prevalentemente realtà operanti entro i confini nazionali (6,5%) mentre la produzione che viene affidata a soggetti esteri incide limitatamente (0,8%). Lo scenario delle imprese lecchesi e sondriesi segue le stesse dinamiche: gli indicatori associati alla produzione risultano in crescita sia sul fronte congiunturale (3,6%) sia sul versante tendenziale (2,4%). Anche le previsioni sul secondo semestre si mantengono positive (1,4%). Il grado di utilizzo degli impianti si attesta in media a quota 68,1% mentre il contributo della produzione gestita tramite subfornitura è pari al 6,9%.

Le materie prime

Le realtà del campione complessivo, ma lo stesso vale per Lecco e Sondrio, non segnalano particolari criticità. Nei primi sei mesi dell’anno le imprese hanno registrato mediamente un incremento tendenziale del +2,6% rispetto ai listini del periodo gennaio-giugno 2016; la variazione congiunturale rispetto ai livelli dello scorso dicembre è risultata invece pari a +2,9%. L’analisi a livello settoriale mostra alcune differenze: nel caso delle imprese metalmeccaniche, e degli altri settori, le variazioni sono più marcate rispetto a quelle delle imprese tessili. In media l’incidenza delle materie prime sul totale dei costi è risultata pari a 32,2%.

Il fatturato

L’indicatore associato alle vendite delle realtà dei tre territori è in linea con la domanda e l’attività produttiva. Su entrambi gli orizzonti temporali di analisi si registra infatti una crescita: il dato tendenziale, misurato rispetto ai livelli del primo semestre 2016, risulta pari a 2%, mentre la variazione congiunturale si attesta a +3,8%, al di sopra delle previsioni della precedente edizione dell’Osservatorio che prefiguravano un +1,3%. Le aspettative per la seconda metà del 2017 si mantengono positive attestandosi, in media, a +2,1%. La struttura geografica dei mercati serviti dalle imprese del campione evidenzia la loro forte propensione al commercio internazionale: un terzo circa del fatturato viene infatti generato oltre confine. L’Europa Occidentale rappresenta la principale area al di fuori dell’Italia, con il 16,7% delle vendite. Le altre aree di interesse riguardano l’Europa dell’Est (3,2%), gli Stati Uniti (2,9%), i BRICS (2,7%), l’Asia Occidentale (2,4%) e l’America Centro-Meridionale (1,4%). L’Italia assorbe il 68,6% del fatturato.

L’andamento del fatturato nella seconda metà del primo semestre, in particolare tra aprile e giugno 2017, è in miglioramento sia per quanto riguarda il mercato domestico, sia per l’export. A livello nazionale la crescita degli scambi è indicata dal 46,3% del campione, la stabilità dal 38,1% mentre il rallentamento dal 15,6%. Sul versante delle esportazioni si registra invece crescita per il 41,6% delle imprese, livelli stabili per il 39,1% e diminuzione per il restante 19,3%. L’indicatore associato al fatturato delle imprese lecchesi e sondriesi risulta in crescita sia per l’orizzonte tendenziale (3,4%), sia a livello congiunturale (4,1%). Anche le aspettative per la seconda metà dell’anno si mantengono positive (+1,7%). Non risultano particolari differenze rispetto a quanto esaminato per la composizione geografica dei mercati serviti e, con riferimento ai giudizi sull’andamento delle vendite nei tre mesi finali del semestre, è confermata la maggior incidenza dei giudizi di crescita sia per l’export (45,2%), sia per gli scambi interni (52%).

Il credito

Sul versante dei rapporti con gli Istituti di credito non emergono particolari criticità da parte delle imprese di Lecco, Sondrio e Como. Con riferimento alle spese e commissioni bancarie, nonché la richiesta di garanzie e tassi, l’86,5% delle imprese ha comunicato condizioni stabili, l’8,6% una situazione più favorevole mentre il restante 4,9% un peggioramento. Esaminando invece la disponibilità degli Istituti ad espandere le linee di credito esistenti o ad attivarne di nuove si rileva una maggiore apertura per oltre un’azienda su quattro (27,2%), condizioni stabili per il 69,5% del campione e una minor disponibilità nel restante 3,3%. Per le realtà di Lecco e di Sondrio, il giudizio prevalente riguardo le condizioni praticate dagli Istituti di credito è la stabilità, indicata da circa otto imprese su dieci. In casi di variazione, prevale comunque il miglioramento, sia riguardo alle spese e alle commissioni, sia per quanto concerne la disponibilità degli Istituti a concedere linee di credito.

Scenario occupazionale

Le imprese lecchesi, sondriesi e comasche descrivono uno scenario occupazionale caratterizzato da stabilità nei primi sei mesi dell’anno. Il giudizio prevalente riguarda la conservazione dei livelli, indicata dal 71,8% del campione. In caso di variazione si rileva un aumento dell’organico per il 18,8% delle aziende ed una diminuzione per il 9,4%. Le previsioni per la seconda metà dell’anno risultano improntate alla stabilità (72,3%) e conservano una maggior incidenza di giudizi di crescita (18,8%) rispetto a quelli di riduzione (11,1%). Per le imprese di Lecco e di Sondrio, a fianco della prevalenza di giudizi di stabilità è riscontrabile tuttavia una maggior incidenza di giudizi di crescita dei livelli rispetto a quelli di riduzione.

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