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Sabato, 20 Aprile 2024
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Grande Lecco, si può fare? Per Brivio "Si, ma non a tutti i costi"

Nella serata di venerdì si è tenuto il convegno organizzato da "Appello". Ruscigno, sindaco di Valsamoggia: "Ecco com'è cambiata la nostra vita"

Cosa preveda il progetto è cosa nota: l'accorpamento di tredici realtà comunali sotto la "Grande Lecco", con la fondazione di un unico, grande comune, da centomila abitanti, geograficamente più esteso, economicamente più solido, burcoraticamente più veloce e più "pesante" dal punto di vista politico. E su questi tasti si è spinto parecchio nel corso del lungo convegno tenutosi venerdì sera presso la sala conferenze di Confindustria, luogo dove Appello per Lecco, lista civica fondata dall'assessore Corrado Valsecchi, ha tenuto un incontro aperto a tutta la cittadinanza lecchese e non.

Convegno sulla Grande Lecco ©Bonacina/LeccoToday

A prendervi parte, per il momento, sono stati soprattutto gli amministratori pubblici del territorio, che hanno voluto capire i margini di realizzazione di un'iniziativa così importante e profonda, ma soprattutto non reversibile. “Un accorpamento porterebbe benefici dal punto di vista della popolazione, geografici, economici e dal punto di vista del peso politico - ha spiegato Paolo Valsecchi, giornalista e scrittore del libro in distribuzione gratuita -. Valsamoggia, nel Bolognese, è nato dalla fusione di cinque piccoli comuni, ha cinque sindaci di municipio oltre al sindaco Ruscigno. È una strada già perseguita da altri comuni in precedenza e quindi fattibile, anche se il caso di Lecco sarebbe un po' diverso."

Valsamoggia: "La fusione fa risparmiare 800mila euro di spese politiche"

I tecnicismi, se deciderà, come sempre, d'intraprendere la strada della fusione, da affrontare saranno parecchi. Alla domanda "Come fare?" è Federico Gusmeroli, esperto in riordino istituzionale, a dare risposta: "Bisogna passare da analisi, studio di fattibilità, dall'esame della Regione, dal dibattito popolare, e, soprattutto, dal voto dei cittadini (decisivo), per poter arrivare all'eventuale formazione del nuovo comune. Vari problemi organizzativi si possono risolvere con l'istituzione di sportelli polifunzionali per informazioni generali, pratiche anagrafiche, iscrizioni ai servizi e ricevimento servizi sociali. Non è assolutamente un salto nel buio come vogliono far credere alcuni.”

Il parere dei lecchesi: "La Grande Lecco? Si"

Come detto, il caso di Valsamoggia ha visto l'accorpamento di cinque piccoli comuni e la formazione di un unico soggetto da circa trentamila abitanti. A guidarlo il giovane sindaco Daniele Ruscigno, quantomai entusiasta per al strada percorsa: “Abbiamo voluto fare squadra per dare una risposta positiva alla nostra gente, perchè prima di sembrava di essere solamente l'amministratore di un condominio. Prima ragionavamo sui tavoli provinciali come cinque piccoli comuni, ora abbiamo ottenuto dei finanziamenti importanti perchè abbiamo un peso diverso, riuscendo a risparmiare 800mila euro di costi per la politica. I soldi dei fondi per le fusioni sono stati regolarmente erogati da Regione e Stato, gli investimenti sono stati sbloccati, permettendoci di spendere cinque milioni per lo sport, di aprire una nuova scuola casa-clima gold da 350 studenti, d'inaugurarne una seconda e d'iniziare i lavori per la terza, di fare investimenti contro frane ed esondazioni, di assumere agenti, d'installare telecamere antidegrado, di fare corsi d'educazione civica, di posizionare giochi per i parchi, di ristrutturare cinque piazze comunali e di spendere due milioni per le piste ciclopedonali. In 36 mesi abbiamo contabilizzato 28 milioni di euro di fatture pagate, solid per la gran parte destinati da imprese locali. Il tutto salvaguardando anche l’identità locale. I problemi, soprattutto, sono di natura organizzativa."

"Grande Lecco": nascerà un comitato per l'approfondimento

Difficile, comunque, applicare a tutto tondo il modello bolognese sul caso lecchese, dove bisognerebbe accorpare un'identità da cinquantamila persone ad altre, limitrofe, diverse dal punto di vista logistico, economico e non solo. Si tratterebbe di un caso quantomai unico: “Nel corso degli anni c’è stato il tentativo d’impostare Lecco come una città diffusa - ha spiegato Virginio Brivio, sindaco del capoluogo e presidente di Anci Lombardia -. Quella di superare i confini amministrativi è una necessità, che ha radici antiche, affondate nei primi Anni Novanta. È la prima volta che si prova a ragionare sulla fusione tra un capoluogo e i comuni confinanti e, per questo, ci sono molti elementi da mettere in bolla, così come ci sono sicuramente dei benefici che si possono ottenere. Unire le risorse è un vantaggio, così come lo è la partecipazione ai bandi come una massa di maggior peso. Bisogna essere netti sulla fusione, che è più ambiziosa, ma anche più reale, tenendo sempre conto che Lecco non ha ambizioni di egemonia. Questo matrimonio s’ha da fare, ma non a tutti i costi.”

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