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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Industria Lecchese: fatturato al top dal 2008 e occupazione in crescita

I ricavi del fatturato, la crescita degli ordini e dei macchinari trascinano un incremento nella produttività e nel numero di lavoratori nell'industria lecchese. I dati e le prospettive.

La notizia non può che essere entusiasmante per l'industria e il territorio. I ricavi del fatturato, la crescita degli ordini e dei macchinari trascinano un incremento nella produttività e nel numero di lavoratori nell’industria lecchese.

I dati raccolti dall’Istat, in cui addirittura si parla del momento di maggiore crescita per l’industria dal 2010, sono confermati dal Centro di Studi di Confindustria Lecco e Sondrio e Unindustria Como, che presentano un quadro positivo riguardante sia la domanda, l’attività produttiva, il fatturato.

Nuovi macchinari, fatturazione al top, nuove assunzioni: Il caso Lecco

Un’industria in crescita è sicuramente il traino dell'economia locale e nazionale, per cui la performance dell’industria, insieme ai risultati positivi a seguito degli incentivi e agevolazioni messe in campo dal “piano nazionale industria 4.0 del ministro Calenda” fanno intravedere un quadro di netta ripresa.

La capacità produttiva, con l’aumento nell’utilizzo degli impianti al ridosso del 80%, soprattutto nell’industria metalmeccanica (84,9%) conferma proprio questo storico settore lecchese come il traino della crescita industriale della provincia. A connotare il Distretto Metalmeccanico lecchese è anche la presenza sul territorio delle stesse industrie che costruiscono le macchine, gli impianti, i componenti e le automazioni funzionali al processo produttivo.  Vantaggio non da poco in termini di efficacia e competitività.

Lecco al top tra le provincie lombarde

Parlare del distretto industriale di Lecco significa parlare di “capacità di adattamento strategico al cambiamento” come spiega Vico Valassi, presidente di UniverLecco-Sondrio, nella presentazione dei progetti per supportare la competitività del distretto meccanico lecchese. Sono state le scelte imprenditoriali, le ristrutturazioni fatte in tempo e la diversificazione come risposta ai momenti di crisi i fattori decisivi che hanno permesso all’industria lecchese in particolare di diventare un vero motore trainante con la migliore performance della intera Lombardia.

Questi risultati, visti dalla prospettiva in primis dell’industria e del territorio, non possono che essere buone prospettive di stabilità e crescita economica per l’impresa e i lavoratori . Per gli imprenditori significa un ricavato in crescita, (+5,4%) rispetto al secondo semestre del 2016 e (+2,4%) rispetto ai primi sei mesi del 2017, come confermano i dati pubblicati a febbraio 2018 dell’Osservatorio Congiunturale di Confindustria Lecco Sondrio. Fatturazione ai massimi livelli grazie all’export e l’internazionalizzazione delle imprese, infatti circa un terzo del fatturato viene dall’export.

“La principale area di destinazione dell’esportazione continua ad essere l’Europa Occidentale, con la metà dell’export (16,3% dal 31,9% del fatturato per esportazione), l’Est Europa (3,4%), Stati Uniti (3,2%), I Brics (2,4%), l’Asia Occidentale (1,9%) e l’America Centro-Meridionale (1,4%)”  (fonte Confindustria 2018)

Il lavoro aumenta, ma è un'occupazione sempre più precaria

Un'impresa su quattro segnala incremento della sua forza lavoro

Mentre i dati produttivi ed econimici sono in forte crescita, rimane da valutare la creazione di nuovi posti di lavoro e le relative condizioni contrattuali. Quel che si spera è che nel 2018, insieme alla crescita, si faccia del "lavoro" la parola d'ordine.

L’ultimo studio Istat sul mercato del lavoro, pubblicato a marzo 2018, mostra un tasso di occupazione a Lecco del 69,2%, seconda più alta di tutte le provincie lombarde, appena sotto da Milano 69,5%

.Le statistiche Istat parlano di una crescita dell’offerta del lavoro dovuta all’ulteriore aumento dei contratti a termine a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato e degli indipendenti. Il tasso di occupazione è, quindi, in crescita come lo dimostra il trend dei dati mensili più recenti (gennaio 2018).

Nel complesso lo scenario occupazionale presenta dati di stabilità. "Risultano però diffuse le indicazioni di aumento dei livelli occupazionali, Il fatturato e il numero di ordini sono in costante crescita, per cui si spera che i dati di maggiore occupazione siano visibili dall'analisi dei dati 2018.  A fianco dei giudizi di stabilità, comunicati dal 64,5% delle aziende - secondo dati forniti dallo studio dell'Osservatorio di Confindustria Lecco e Sondrio- oltre un'impresa su quattro segnala una crescita della forza lavoro, mentre l'indicazione di diminuzione incide in maniera residuale, solo l'8,4%

Formazione e investimento nelle competenze: la sfida

Lorenzo Riva, Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, dà conto dell’ottimismo generalizzato fra gli industriali lecchesi. "Il ‘sentiment’ espresso dai colleghi imprenditori delineava, già negli ultimi mesi, una fase positiva per le imprese del territorio”. "Questi risultati", continua Riva, "devono adesso essere consolidati e il sistema produttivo sta mettendo in capo tutte le sue energie".

Il Ministero di Sviluppo Economico ha presentato lo scorso febbraio i risultati del Piano Nazionale Industria, ora Impresa 4.0. Il Ministro Calenda ha illustrato non solo il successo del piano di ammortamento e incentivi per l’investimento fisico in tecnologia, innovazione e macchinari, ma anche il piano in corso per l’investimento nel capitale umano: «L’occupazione crescerà nei Paesi che hanno investito sulle competenze digitali e si ridurrà in quelli che non le hanno acquisite in maniera adeguata»

Il focus delle azioni del Piano Calenda per potenziare le competenze del capitale umano e il Lavoro, secondo quanto presentato dallo stesso Ministro a Torino è: “gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità lavorative legate alla quarta rivoluzione industriale sviluppando nuove competenze digitali”

Il che si traduce in poli di formazione e innovazione,  e azioni come il potenziamento degli Istituti Tecnici Superiori, le scuole professionali e incentivi alle imprese per la formazione e aggiornamento dei suoi impiegati. Misure per preparare la forza lavorativa verso le sfide globali che l‘industria deve affrontare.

CST UIL del Lario valuta positivamente i timidi segnali positivi di ripresa economica che si sono evidenziati nell’anno appena trascorso, anche se li ritiene ancora insufficienti per dare risposte vere ai bisogni del Paese. “La crescita economica si regge essenzialmente sul miglioramento della domanda estera e quindi sulla capacità delle nostre aziende di essere competitive sui mercati globali. La crisi di questi anni ha comunque portato ad un grosso cambiamento del tessuto produttivo dei nostri territori. Pertanto il processo di riorganizzazione delle attività produttive ed il cambiamento nella domanda di lavoro sono sostanziali, sia in termini quantitativi che qualitativi, e sarà necessario governare questa trasformazione e far fronte alle nuove caratteristiche e figure professionali che il mercato del lavoro richiederà".

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