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Protocollo regolamenta il "Lavoro agile": tra i firmatari c'è anche Confapi

È stato firmato il 7 dicembre 2021 tra Governo, Confapi, le maggiori associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali nazionali

È stato firmato il 7 dicembre 2021 tra Governo, Confapi, le maggiori associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali nazionali il Protocollo in base al quale la contrattazione collettiva potrà regolare, dopo l'attuale fase di emergenza, le modalità di svolgimento del "Lavoro agile" nel settore privato.

Viene innanzitutto stabilito che l'attivazione del "Lavoro agile" avviene su base volontaria ed è subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale scritto che potrà essere a tempo determinato o a tempo indeterminato. L'eventuale rifiuto del lavoratore alla firma non può far scattare il licenziamento per giusta causa o per giustificato motivo né può avere rilievo sul piano disciplinare.

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La giornata lavorativa svolta in modalità agile si caratterizza per l'assenza di un preciso orario di lavoro e per l'autonomia del lavoratore nello svolgimento della prestazione, nell'ambito degli obiettivi prefissati (viene tuttavia prevista anche la possibilità di individuare delle fasce orarie). Salvo esplicita previsione dei contratti, durante le giornate di "Lavoro agile" di norma non sono previste prestazioni di lavoro straordinario. Per assenze legittime (malattia, infortuni, permessi retribuiti, ferie) il lavoratore potrà disattivare i propri dispositivi di connessione e, in caso di ricezione di comunicazioni aziendali, non è obbligato a prenderle in carico. Permane l'obbligo di individuare sempre, in ogni caso, una fascia di disconnessione nella quale il lavoratore non è tenuto a erogare la prestazione lavorativa. Il lavoratore è libero di individuare il luogo ove svolgere la prestazione in modalità agile, purché lo stesso abbia caratteristiche tali da consentire le necessarie condizioni di sicurezza e di riservatezza.

"Accordo molto significativo"

"Si tratta di un accordo molto significativo sia dal punto di vista del contenuto che del metodo con cui si è arrivati all'intesa - commenta Mario Gagliardi, vicedirettore di Api Lecco Sondrio e responsabile dell'Area Relazioni industriali e Sindacali - Nel merito il Protocollo, integrando le vigenti disposizioni di legge, definisce in dettaglio le linee guida con cui i contratti nazionali, territoriali o aziendali potranno disciplinare il lavoro agile, fermo restando la necessità di uno specifico accordo individuale tra azienda e lavoratore. Con questa intesa si sono poste le basi per far finalmente partire una nuova fase del lavoro agile, recuperando i principi e le finalità originarie dell'istituto e abbandonando definitivamente il semplice lavoro da remoto giocoforza sperimentato durante il periodo emergenziale. È importante evidenziare come l'accordo, sulla falsariga di quanto fatto per i Protocolli di sicurezza anti-Covid, sia stato il frutto di coinvolgimento e partecipazione di tutte le parti sociali, nessuna esclusa, a testimonianza di come il lavoro agile sia diventato un tassello sempre più strutturale dell'organizzazione del lavoro nella comune convinzione che possa favorire il miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e dell’efficienza dell’organizzazione aziendale".

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