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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Tasse e affitti, record negativo a Lecco: le imposte sono alle stelle

Tasse e spese si "mangiano" il 48% del canone se si sceglie la cedolare secca e il 66% in caso di tassazione ordinaria

Qual è la città migliore in cui dare in locazione i propri appartamenti sfitti? La risposta, purtroppo, non è certamente Lecco: lo dice Il Sole 24 ore, che oggi 12 gennaio ha pubblicato i risultati di uno studio svolto sugli affitti nei capoluoghi italiani.

Quello di Lecco è un triste primato: gli affittuari che scelgono la cedolare secca su un contratto a canone libero vedono svanire in tasse e spese di manutenzione ben il 48% del canone lordo. Percentuale che arriva al 66% per coloro che, invece, scelgono di applicare la tassazione ordinaria, con una aliquota Irpef medio-alta.

Su un canone medio lordo di 7595 euro, un locatore lecchese si ritroverebbe, quindi, a incassare 3979 euro netti con la cedolare secca, oppure 2579 con la tassazione ordinaria: il ritorno sul capitale, ovvero il guadagno sul prezzo di mercato dell'immobile, nel primo caso sarebbe del 2,25E, mentre nel secondo caso solo dell'1,45%.

«Parliamo di un rendimento tutto sommato lusinghiero, e lo stesso discorso vale anche per il mercato di Roma, anche se si tratta di un dato che va interpretato con attenzione», commenta al "Sole" Luca Dondi, direttore generale di Nomisma, l'istituto che ha svolto lo studio, precisando che le variabili che condizionano tale rendimento sono la redditività lorda della locazione, il valore catastale di partenza e, infine, l'aliquota Imu, che si applica sulle case in affitto solo in un capoluogo su due.

Il primato lecchese resta comunque relativo: città come Torino, Padova, Viterbo, Pordenone e Verona, infatti, seguono a breve distanza, e anche a Sondrio e Como va meglio, ma di poco. Nel capoluogo valtellinese la cedolare secca porta al 43% di imposte e spese (e al 2,39% di ritorno sul capitale), mentre con il prelievo ordinario si sale a 61% (con un ritorno dell'1,62%). A Como, invece, le imposte arrivano al 44% con la cedolare secca e al 63% con la tassazione ordinaria, con un ritorno sul capitale, rispettivamente, del 2,56% e dell'1, 71% nei due diversi casi.

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