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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Crescono a Lecco le imprese fondate da cittadini stranieri

Nel 2014 sono aumentate del 3,9% rispetto all'anno precedente. Le imprese si confermano come uno dei luoghi fondamentali dell'integrazione

Sono oltre 1500 le aziende del Lecchese fondate da cittadini stranieri: un dato in crescita rispetto al 2013 (da 1497, nell'anno appena concluso cono diventate 1555, con un aumento del 3,9%), che riflette la tendenza dell'intera regione. In Lombardia, infatti, nel 2014 le imprese gestite da cittadini europei ed extracomunitari.

Questi i dati che emergono da un'indagine della Camera di commercio di Milano, alla luce dell'analisi del registro delle imprese nel terzo trimestre 2014, confrontato con lo stesso periodo dell'anno precedente, che mostra anche come nelle 23.897 imprese complessive della provincia di Lecco, siano impiegati  regolarmente 13.251 lavoratori stranieri.

L'ente milanese, dopo l'attentato alla redazione della rivista "Charlie Hebdo", ieri 8 gennaio ha sentito circa 300 fra imprenditori e personale del mondo del lavoro, ed è emerso che anche nell'impresa è cresciuta la preoccupazione per la sicurezza: il 59% degli intervistati, infatti, dichiara di sentirsi meno sicuro o molto meno sicuro di prima.

L'indagine ha anche confermato il ruolo fondamentale delle imprese come via di integrazione: gli stranieri sono apprezzati nelle imprese, e circa il 50% di quelle prese in esame ha assunto personale nato all'estero, scelto per motivi culturali e per la maggiore disponibilità. Non solo: i lavoratori stranieri vengono aiutati dalle aziende per la documentazione e per l'inserimento sociale, perché nei titolari e nei colleghi trovano anche delle amicizie, e perché le differenze religiose non incidono sull'ambiente di lavoro (per la maggioranza delle persone sentite, in azienda i simboli religiosi vanno tutti tollerati, e le festività delle altre religioni vengono riconosciute).

Parallelamente gli "addetti ai lavori" chiedono un controllo maggiore sugli ingressi dei clandestini, corsi ed esami di lingua e cultura italiana per stranieri, e l'aumento di luoghi di aggregazione con i concittadini.
 

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