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Leuci: da "Cittadella della luce" a "Cittadellaluce"

Nel pomeriggio di oggi, mercoledì 14 gennaio, presso l'ex impianto produttivo della Leuci di Lecco, è stato presentato il nuovo progetto "Dalla fabbrica di lampadine all'hub creativo urbano, polo della ricerca applicata e dell'innovazione manifatturiera".

Il progetto di rilancio dell’area che ospita l’ex fabbrica della Leuci a Lecco, dal titolo “Dalla fabbrica di lampadine all’hub creativo urbano, polo della ricerca applicata e dell’innovazione manifatturiera”, è stato presentato nel pomeriggio di oggi, mercoledì 14 gennaio.

Ad illustrare il complesso progetto sono intervenuti Germano Bosisio rappresentante ex lavoratori Leuci, Angelo Riva del CRAMS di Lecco, i Giovani di Art Station, Cecco Bellosi dell’Associazione il Gabbiano, Maurizio Esposito ex lavoratore Leuci, Lucio Vaccani ingegnere inventore, Armando Volontè assessore alle attività produttive del comune di Lecco e Virginio Brivio sindaco di Lecco.

Gli ideatori e promotori del progetto hanno fin da subito chiarito che da oggi viene abbandonato il vecchio nome “Cittadella della luce” con cui si è cercato negli anni scorsi di insediare nell’area ex Leuci uno o più impianti produttivi che potessero ridar vita alla vecchia fabbrica. Infatti il nuovo progetto si chiama “LaCittadellaluce” che ha assunto un valore e contenuti totalmente diversi dai precedenti tentativi di rilancio.

Infatti l’intento dei promotori è quello di passare dalla vecchia fabbrica di lampadine all’hub creativo urbano, con un polo della ricerca applicata e dell’innovazione manifatturiera. Un progetto che si propone il recupero ed il reimpiego industriale e creativo dell’area Leuci, per un distretto a consumo zero in vent’anni e per trasformare l’area in sofferenza in un “faro” per lo sviluppo sostenibile del distretto.

L’obiettivo del progetto prevede l’inserimento nel corpo principale dell’area di una ventina di centri di ricerca sulle varie tematiche del Consumo Zero a vent’anni, con altrettante filiere di produzione presenti nel territorio, che attraverso miniconsorzi possano promuovere e sostenere soluzioni operative alla riconversione produttiva sostenibile.  L’ipotesi è quella di creare 50-80 aziende nel medio periodo, 5 anni, interessate alle varie tematiche della riconversione industriale per il Consumo zero e impatto ambientale radunate in mini consorzi tematici.

Oltre a questo è prevista la creazione di una cooperativa di service “Ex File”, che si occupi di assemblaggio, questo inizialmente, attrezzaggio, prototipia e piccole produzioni, collegata a filo diretto ai centri di ricerca con prevalenza di lavoratori ex Leuci e come base per la ricollocazione di professionalità collegabili agli obiettivi, dai 30 30 ai 100 lavoratori in 5 anni.

E’ prevista, inoltre, la creazione di un’agenzia di marketing territoriale giovanile, con la promozione del territorio attraverso produzioni inedite e design di nuovi servizi creativi, realizzate da giovani e giovanissimi attraverso la concessione di aree appositamente attrezzate per facilitarne l’attivazione, coworking, hounsing sociale, turismo giovanile.

Un altro punto inserito nel nuovo progetto è l’istituzione di un apposito ufficio comunicazione per il mantenimento nel lungo periodo delle attività di sensibilizzazione generale della cittadinanza, delle amministrazioni locali e regionali per gli obiettivi sociali.economici-culturali di lungo periodo del progetto.
Infine l’acquisizione completa dell’area cioè dei 19mila mq. coperti, con finanziamento con acquisizione e ristrutturane mutuo. L’acquirente dovrebbe-potrebbe essere un soggetto privato, associazione/consorzio di agenzia di privato sociale, che potrebbe costituire come multi utility territoriale, intesa come erogatore di servizi di trasformazione di tutto il territorio.

"Quella della Leuci - esordisce Germano Bosisio - non è una storia infinita, ma un progetto partito da lontano e che oggi potrebbe trovare una svolta per la creazione di posto di lavoro, abbracciando una visione valoriale attraverso l'individuazione di un percorso di rimpiego del area Leuci. Da bozzolo crisalide siamo arrivati ad una farfalla ed ora dobbiamo farla volare grazie ad un progetto eco-compatibile. Sullo stesso piano mettiamo fabbrica, arte, cultura e produttività, mondo giovanile e adulti, con implicazioni molto concrete in cui i lavoratori della Leuci sono una parte di questa nuova realtà che ha assunto dimensioni importanti.  Non stiamo parlando di un'idea solo produttiva, ma di un progetto molto più complesso di cui ne beneficerà tutto il lecchese. Non più cittadella della luce ma "Città della luce" verso un hub di creatività un distretto composto da attività molteplici che facciano da fare su lecco". Il tutto naturalmente deve trovare l'accordo con la proprietà".

"In questo progetto di  trasformazione - prosegue Veronica di 'Giovani Art Station' - vogliamo parlare di territorio e non di città. Noi crediamo molto in questo progetto, perché pensiamo di ricavarci una spazio di accoglienza per le nostre attività, perché vogliamo partecipare alla creazione e costruzione del futuro di questo territorio. Ci piace pensare che questa trasformazione abbracci solo la questione produttiva, ma sia a più ampio spettro quindi che coinvolga la cultura la creatività la ricerca".

"Con questa idea - sottolinea Angelo Riva - vogliamo rilanciare un intero territorio, perché rappresenta la battaglia di più di ottanta famiglie che qui hanno costruito la loro vita. Questo posto è diverso dagli altri, perché è anche una rappresentazione attuale di archeologia industriale.  In tutto questo che stiamo creando e progettando mi fa piacere che oggi qui con noi ad appoggiare questo progetto ci sia il sindaco Brivio e l'assessore Volontè. A me piace chiamare questo progetto più che città della luce la città dell'utopia.

"E'importante abbandonare quel sistema di controllo delle comunità chiuse - interviene Guido graziosi della cooperativa Il Gabbiano  - ma trasformarci in collegamento col territorio. Ecco perché ritengo importante coinvolgere tutte quelle persone che stanno vivendo il disagio sociale. I giovani sono il nostro futuro ed è  giusto che siano loro ad essere in prima linea a portare avanti questo progetto".

"Per quanto riguarda la cooperativa - conclude Maurizio Esposito  - il nostro obiettivo è riuscire a rioccupare una decina di lavoratori della Leuci attraverso una serie di collaborazioni con altri soggetti affinché a breve si riesca a far partire questa cooperativa che possa far rientrare nel mondo del lavoro. Ci teniamo molto ad iniziare molto presto, perché ad oggi degli ex lavoratori della Leuci solo in dieci sono riusciti a ricollocarsi senza nessun aiuto esterno, ma attraverso iniziative personali. La nostra idea è di far partire attività di assemblaggio, attrezzaggio, cioè un'idea precisa per poter utilizzare le competenze dei lavoratori Leuci".

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