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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Chiude la Riello di Cepagatti: i dipendenti verranno spostati anche a Lecco

19 addetti alla ricerca e sviluppo saranno destinati nelle sedi di Lecco e Legnago

Arriveranno anche in città i dipendenti della Riello di Cepagatti (Pescara). Si tratta di una “decisione scellerata e ingiustificata per un'azienda che non è in crisi e decide solo di delocalizzare con l'unico obiettivo del profitto”. La denuncia arriva dalla Fiom con Mirco Rota, Fiom nazionale, Alessandra Tersigni, segretaria generale Fiom Pescara ed Emanuela Mascalzoni, segretaria generale Fiom Verona sulla chiusura della Riello a Cepagatti.

L'azienda del gruppo Carrier Global Corporation il primo settembre ha dato comunicazione ufficiale dei licenziamenti di 71 lavoratori dello stabilimento di Villanova di Cepagatti, e il trasferimento di 19 addetti alla ricerca e sviluppo nelle sedi di Lecco e Legnago.

“Sbigottiti”

"Nell'anno dell'ecobonus caldaie ha lasciato tutti sbigottiti, anche per la mancanza totale dei segnali tipici di un'azienda in crisi. Fino al mese di luglio la società ha avuto una produzione corposa e in costante aumento, il settore di ricerca e sviluppo ha incessantemente contribuito all'introduzione di nuove tecnologie e gli operai hanno lavorato fino a coprire tre turni. Il piano industriale della multinazionale mostra chiaramente come la produzione del Plant abruzzese non cesserà ma verrà solo frammentata ed espiantata dal territorio. La costruzione degli scambiatori passerà a Legnago, la carpenteria pesante a Volpago e ovviamente, come in un noto cliché l'attività di assemblaggio delle caldaie sarà trasferita in un sito in Polonia".

L'azienda, continuano i sindacati, ha di fatto deciso di impoverire un territorio già martoriato con la Regione Abruzzo che al tavolo di confronto ha parlato di una decisione inaccettabile da parte dell'azienda mettendo mettendo sul tavolo incentivi per il mantenimento dei livelli occupazionali oltre ai finanziamenti previsti nella programmazione 2020/2027 dalla Regione Abruzzo per le imprese che non delocalizzano e investono sul territorio. Ma nonostante questo la Riello ha ribadito la sua scelta strategica di licenziare 71 lavoratori.

La Riello ha deciso di implementare i suoi stabilimenti del nord e di esportare lavoro all'estero, impoverendo un territorio già martoriato.

"Ribadiamo che senza il ritiro della procedura di licenziamento non ci saranno le condizioni per alcuna trattativa e rilanciamo l'urgenza di avere un incontro presso il Ministero dello sviluppo economico alla presenza del Ministro Giorgetti. Mai come ora si rende necessario un intervento legislativo contro le delocalizzazioni e che fermi l'impoverimento industriale e occupazionale del Paese".

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