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Cultura Via Caldone

Alla casa di Lucia, aperta per un giorno, i "Promessi sposi" parlano in dialetto

In occasione della raccolta fondi di Telethon, la corte di via Caldone è stata aperta e ha ospitato una lettura manzoniana del tutto eccezionale

È il più segreto dei luoghi manzoniani, accessibile soltato a chi ci vive: la piccola corte che in via Caldone, nel rione lecchese di Olate, è stata riconosciuta dagli studiosi del Manzoni come la casa di Lucia Mondella, è di norma chiusa al pubblico, in quanto proprietà privata.

Oggi 12 dicembre, in via del tutto eccezionale, la corte ha aperto le sue porte ai visitatori nel nome della solidarietà e della ricerca: il comitato provinciale di Telethon è riuscito nell'impresa di organizzare una giornata di raccolta fondi nel cortile di via Caldone, che nella mattinata di oggi è stata anche cornice di una lettura manzoniana decisamente fuori dal comune.

Lettori d'eccezione sono stati il Sindaco di Lecco, Virginio Brivio, il Prefetto Antonia Bellomo e il vice Questore Mimma Vassallo che, con lo scrittore Gianfranco Scotti e con Giovanni Bellati hanno recitato alcuni fra i passi più celebri dei "Promessi Sposi", in italiano e in diversi dialetti.

La lettura del celeberrimo incipit "Quel ramo del lago di Como", in italiano, è stata affidata al sindaco, a cui hanno fatto seguito Scotti, che ha letto in dialetto lecchese l'incontro fra Don Abbondio e i Bravi, Vassallo con lo struggente "addio ai monti" recitato in napoletano, Bellomo, che ha raccontato in barese l'episodio della madre di Cecilia e, per finire, le ultime righe sel romanzo più famoso d'Italia sono state lette in premanese da Bellati.

Casa di Lucia aperta per Telethon ©Bonacina/LeccoToday

Nella  corte della casa di Lucia, aperta dalle 9 alle 20 di oggi, il banchetto di Telethon ha in vendita anche i tradizionali panettoni per la ricerca e i biscotti di santa Lucia, che si festeggerà domani 13 dicembre.

Dopo la giornata benefica le porte della casa di via Caldone torneranno a chiudersi: da anni le diverse amministrazioni comunali lecchesi trattano con i proprietari per acquistare il complesso e renderlo accessibile ai visitatori, ma senza successo. 

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