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Riscoprire la nostra storia, passando dal Medioevo: nasce il festival del territorio lecchese

Dall'8 al 20 settembre: quindici eventi gratuiti per conoscere le nostre radici

Il Lecchese riscopre le origini della cultura europea. Dopo il grande successo del Dante Festival nel 2021, dall’8 al 20 settembre prossimi Lecco e il suo territorio si preparano ad ospitare MedFest: un viaggio nell’universo della cultura medievale, che conduce i partecipanti a riscoprire importanti luoghi della nostra terra e sedi nascoste di straordinaria suggestione architettonica e paesistica. Un’esperienza a taglio multidisciplinare, guidata da esperti e artisti di fama nazionale e internazionale.

Lecco è gemellata con la città di Mâcon in Borgogna, sul cui territorio sorgono i resti di Cluny, la più grande abbazia della Cristianità: non poteva che iniziare da qui il percorso di questa prima edizione. Cluny è un filo rosso che percorre il programma: il canto, il sistema dei priorati, le figure di Abelardo, Eloisa e Pietro il Venerabile, e, per contrasto, la nuova spiritualità dei Cistercensi, nata in decisa alternativa al modello cluniacense, sono temi che riecheggiano in diverse tappe del festival.

MedFest: alle origini della cultura europea

Il Medioevo: dalla fine del mondo antico alla scoperta dell’America, dall’impero romano alla scoperta dell’America. Il programma si tuffa in questo lungo arco di tempo facendo emergere snodi fondamentali come gli inni di sant’Ambrogio, la costruzione del Duomo di Milano, l’invenzione del gotico, il canto gregoriano. E ancora l’emergere dei nuovi intellettuali alle soglie dell’Umanesimo, Boccaccio e Christine de Pizan, gli architetti, i monaci, i guerrieri e la gente semplice: coloro che pregano, coloro che combattono, coloro che lavorano.

Ai grandi nomi si affiancano le vicende delle popolazioni non cristiane con le quali l’Europa latina ha convissuto ora in armonia, ora conflittualmente, come gli ebrei spagnoli, espulsi nel 1492, che hanno incrociato la loro tradizione con le altre culture del bacino mediterraneo, come testimoniano i loro canti. Le storie dei pellegrini antichi e moderni, i canti popolari che tramandano echi arcaici, gli strumenti musicali, i noti ed ignoti personaggi che hanno percorso le strade del mondo medievale trovano anch’essi un’eco nel programma. Esperienze di convivialità e di cammino insieme creano occasioni di amicizia, socialità e scambio di idee.

Medfest a Lecco, dall'8 al 20 settembre

“Per il secondo anno sul territorio viene promosso un festival culturale importante. Ci sarà la possibilità di riscoprire il territorio e alcuni luoghi insoliti. Ancora una volta la rete privata e quella pubblica permettono di portare qui un evento di richiamo anche per chi risiede all’esterno dei nostri confini”, ha spiegato Simona Piazza, vicesindaco di Lecco e assessore alla Cultura, durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi all'interno di Palazzo delle Paure.

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Maria Grazia Nasazzi, presidente Fondazione Comunitaria del Lecchese presente in rappresentanza anche del Fondo Sostegno Arti dal Vivo, ha ricordato che “l’intensità del programma ha bisogno di ben poche presentazioni e il titolo spiega molto del momento che stiamo vivendo, non solo per la guerra e per la situazione economica. Tutte le persone stanno facendo molta fatica a leggere meglio ciò che stiamo attraversando: dopo il Covid il momento è difficile, c’è un desiderio grande di condivisione. “Arti dal vivo” ha provocato una forte esplosione in tutto il territorio rispetto ai siti e alle presenze”.

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“Stiamo portando avanti un ragionamento più ampio per dare seguito al festival con una rilevanza sovraterritoriale, intendiamo realizzare una progettualità che faccia conoscere il ricco patrimonio locale, in linea con i programmi dell’Unione Europea”, ha ricordato Carlo Malugani per la Provincia di Lecco, rendendo nota la disponibilità di Villa Monastero per l’evento del 10 settembre.

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Paola Tentori, vicepresidente FAI Delegazione di Lecco, ha invece spiegato che “abbiamo bisogno di queste collaborazioni per mettere in piedi nuovi eventi e anche quest’anno siamo presenti con ben tre eventi, con il grande classico della visita delle mura di sabato 10, la passeggiata alla chiesina di Santa Maria sopra Olcio del 17 settembre e, il 20 settembre, alle stanze dipinte di Civate”.

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Angelo Rusconi, presidente Res Musica, è il promotore di MedFest: “Uno dei più bei libri di storia medievale, “I pilastri della terra”, è un romanzo: il senso di quello che c’è dietro rispetto a ciò che vediamo è anche quello che spesso manca. Pensiamo alla Basilica di San Pietro al Monte: in quanti sanno qual è la reale funzione di quelle mura? Da questo genere di riflessioni è nato un progetto che metta a sistema il patrimonio medievale del territorio. Questo festival è qualcosa di diverso rispetto agli altri, tantissimi e bellissimi, che s’incrociano in giro per l’Italia: la nostra idea è quella di vedere il Medioevo anche con gli occhi di chi è venuto nei secoli dopo”.

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La direzione artistica è affidata ad Ancilla Oggioni: “Quest’anno abbiamo aggiunto anche l’elemento culinario, organizzando ristori e rinfreschi qua e là. Ogni luogo è stato scelto con cura, per permettere ai lecchesi di riscoprire tanti luoghi sconosciuti, tra la città capoluogo e il resto della provincia. Ai luoghi abbiamo unito esperienze non classiche, anche grazie al supporto di piccole e attivissime realtà di volontariato. Le visite guidate saranno frequenti, mentre nell’ottica teatrale lo spettacolo di punta sarà “Una città tutta per sé” del 16 settembre a Merate, una prima assoluta coprodotta da MedFest e Farnet Teatro: porteremo in scena la famosissima storia d’amore tra Abelardo ed Eloisa”.

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Sempre nella squadra della direzione è presente Gerolamo Fazzini: “Tra i vari motivi d’intesse segnalati segnalo anche il continuo segnalare la proposizione del pensiero cattedrale, ovvero del non pensare a quello che accadrà il giorno dopo. Ne abbiamo molto bisogno in questa fase: papa Benedetto XVI a suo tempo ha ricordato che il monachesimo ha un contributo decisivo nella formazione della cultura contemporanea. L’anno prossimo sarà festeggiato il 50° anniversario del gemellaggio con Mâcon, a pochi chilometri dall’abbazia di Cluny: ripartire da Cluny è il senso della conferenza iniziale, che ci vuole far capire cos’è accaduto in Europa tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, vista la gran quantità di abbazie che sono sorte su quello stile”.

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