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Panathlon Club Lecco: l’ex pugile Oliva ospite alla conviviale del 10 giugno

Personaggi di eccezione martedì 10 giugno per la conviviale del Panathlon Club Lecco: il pugile Patrizio Oliva, intervistato dal caporedattore della Gazzetta dello Sport Daniele Redaelli

Patrizio Oliva è considerato uno dei più grandi pugili italiani; napoletano, classe ’59, come pugile dilettante è stato campione italiano nel 1976-1977-1978, campione europeo nel 1978, medaglia d’oro alle olimpiadi di Mosca nel 1980 e premiato come miglior pugile dei giochi olimpici. 
Passato poi al professionismo, è stato campione italiano nel 1981, campione europeo nel 1983 e campione mondiale nel 1986. In totale, tra dilettantismo e professionismo, ha disputato 152 incontri, di cui vinti 147.

Oliva ha continuato la carriera pugilistica come commissario tecnico della nazionale alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 e di Sidney nel 2000, per poi dedicarsi esclusivamente alla formazione degli istruttori internazionali per la federazione mondiale AIBA.
Dal qualche anno si è dedicato alla recitazione; lo scorso autunno è uscito nelle sale cinematografiche il film “Il Flauto”, del regista Luciano Capponi, ed ora ha appena terminato una tournée teatrale con “2 ore all’alba”, lo spettacolo di Biagio Casalini e Luciano Capponi, in cui interpreta un Pulcinella che sta per essere ghigliottinato dai Borboni e che stringe amicizia con il suo guardiano nelle sue ultime 2 ore di vita.

Patrizio sul palco ha dimostrato una recitazione piacevolmente istintiva e sicuramente professionale, forse perché abituato già a recitare sul ring?
«Sì, per forza: quando devi sfidare un avversario, nel pugilato, devi metterti una maschera. Devi sembrare di ferro, di ghiaccio, non devi far vedere niente di quello che hai dentro. Era fare l’attore, quello. Poi, certo, c’era la carica agonistica, la preparazione, gli allenamenti. Ma tutti poi portava a questa immensa messa in scena degna dei più grandi teatranti». 

La serata, organizzata dal Panathlon Club Lecco, fondato nel 1968, ben si sposa con la filosofia del club, che si propone di approfondire, divulgare e difendere i valori dello sport, inteso come strumento di formazione e di valorizzazione della persona e come veicolo di solidarietà tra gli uomini e i popoli; il pugilato, in effetti, è chiamato la nobile arte proprio perché richiede ai suoi praticanti caratteristiche come coraggio, forza, intelligenza, ma anche fair play e rispetto delle regole.

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