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Sei anni senza Francesco Pischedda: ricordato il poliziotto morto sulla Statale 36

La vicenda risale all'inizio del 2017: l'agente perse la vita cadendo da un cavalcavia mentre era all'inseguimento di alcuni malintenzionati

Sei anni dopo, il caso di Francesco Pischedda è ancora aperto. Lo scorso 3 febbraio è ricorso l'anniversario dalla scomparsa dell’assistente della Polizia di Stato, medaglia d’Oro al Valor Civile in servizio presso la Sottosezione della Polizia Stradale di Bellano e morto tragicamente durante un inseguimento a tre malintenzionati.

Nella mattinata di mercoledì 8 febbraio, presso la sopracitata sede della Polizia Stradale ha avuto luogo una cerimonia di commemorazione, con la deposizione di una corona di alloro, alla presenza del vice prefetto Laura Motolese, del questore Ottavio Aragona, del dirigente del compartimento Polizia Stradale per la Lombardia Carlotta Gallo, dei sindaci dei Comuni di Colico e di Bellano, del cappellano della Polizia di Stato don Andrea Lotterio e di una rappresentanza dell’Anps. A seguire, è stata celebrata una messa di suffragio presso l’Abbazia Cistercense di Santa Maria di Piona.

Il lungolago di Colico intitolato al poliziotto Francesco Pischedda

Pischedda: un caso ancora aperto

La morte di Francesco Pischedda, allora 28enne, è una ferita inevitabilmente ancora aperta sulla pelle del Corpo di Polizia. L’allora agente scelto, all’epoca in servizio presso la Sottosezione della Polizia Stradale di Bellano, morì nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 2017 dopo essere precipitato dal cavalcavia Curcio della Strada Statale 36 a Colico nel tentativo di arrestare un soggetto che viaggiava, con altri due connazionali, a bordo di un furgone rubato.

Sei mesi dopo la tragedia vennero identificati i complici di Veaceslav Florea, l'allora 25enne moldavo che contribuì a causare la morte dell'agente di polizia durante un tragico inseguimento avvenuto lungo la SS36. La Polizia Giudiziaria, grazie al lavoro della Squadra Mobile e della Polizia Stradale, riuscì a risalire di altri due cittadini di nazionalità modava: Igor Digma, allora 29enne, e Vadim Vulpe, ai tempi 27enne; entrambi risultarono e risultano ancora irreperibili sul territorio nazionale italiano, ma vennero deferiti per i reati di morte come conseguenza di altro delitto, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Veaceslav venne invece trasferito in un centro di detenzione dell'Austria per ulteriori reati commessi oltre il confine italiano; su di lui, infatti, pendeva infatti un mandato di cattura internazionale per furti e rapine varie. Rimasto gravemente ferito dopo il salto dal cavalcavia, venne piantonato h24 durante la lunga permanenza all'ospedale "Manzoni" di Lecco, dove rimase in coma per un mese.

Le ultime novità sul caso Pischedda risalgono a metà 2022: archiviato, senza accusati, il fascicolo aperto per valutare eventuali errori commessi dai soccorritori, non si ancora aperto il processo a carico di Veaceslav, ancora detenuto oltre confine, e i complici per resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione; il processo, però, si deve ancora celebrare.

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