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Studenti e fuorisede in affitto: per cercare casa utilizzano i Social Network

Ecco un quadro complessivo del giudizio degli studenti sulla loro esperienza in affitto nelle principali città universitarie

La maggior parte sono studenti e studentesse fuorisede tra i 18 e i 25 anni che oggi cercano soluzioni abitative principalmente tramite i social network (su pagine o gruppi dedicati all’affitto).

Durante la pandemia hanno lasciato casa per motivi economici e legati anche alla didattica a distanza e in pochi hanno usufruito della riduzione del canone d’affitto. Eppure molti hanno fiducia e voglia di tornare a convivere nelle città in cui torneranno a studiare. 

Questo è il quadro emerso dalla 3° indagine annuale nazionale sugli affitti nelle principali città universitarie promossa e diffusa tramite i canali di cercoalloggio.com, il primo portale in Italia per l’affitto a studenti e fuorisede di proprietà della cooperativa HOMA che lavora in tutta Italia con il servizio di Sportello Casa in collaborazione con università ed enti per il diritto allo studio.

Si tratta di un questionario promosso online nel periodo compreso tra il 30/04/2021 ed il 06/06/2021, avviato per reperire ed incrociare tra loro: valutazione degli immobili in affitto, le informazioni del contratto stipulato, modalità di ricerca dell’alloggio, eventuali difficoltà riscontrate nel periodo Covid.

Le risposte, raccolte in modo anonimo, permettono di avere un quadro complessivo del giudizio degli studenti sulla loro esperienza in affitto nelle principali città universitarie e di effettuare un confronto con le precedenti indagini condotte in epoca pre-Covid.

L'indagine: i dati 

L’indagine ha raccolto le risposte di 2.609 persone, tra cui:

- studenti (83%)
- dottorandi/ricercatori/docenti (2,4%),
- lavoratori - anche studenti lavoratori - (più dell’11,4%)

che dichiarano che negli ultimi 12 mesi hanno vissuto o attualmente vivono in affitto.

Alla diffusione dell’indagine hanno contribuito in modo attivo anche alcune università, in particolare l’Università di Pisa (UniPI), il Politecnico di Bari (PoliBA) oltre all’Università di Foggia (UniFG) che spiega la percentuale più alta di risposte in queste città.

L’81,2% abita in un appartamento, di cui la gran parte occupa una singola (l’88,8%) mentre una piccola percentuale condivide con altri inquilini una stanza doppia (il 10,9%). I risultati hanno dunque confermato la tendenza - rafforzata nel periodo di Covid - di preferire e prendere in affitto camere singole, in appartamenti da condividere con altri 3-4 studenti con l’obiettivo di abbattere i costi della vita da studenti fuorisede. 

Relativamente ai prezzi medi d’affitto (escluse le utenze), le città universitarie del Sud si confermano città universitarie dai costi più sostenibili. I costi più alti si registrano nelle grandi città come Milano e Firenze.

Sono gli studenti che decidono di vivere a Milano a pagare un affitto più alto: il 60% degli intervistati afferma di pagare un costo tra i 480 euro e i 599 euro per una stanza singola, con un canone mensile medio di 546 euro. A seguire sono gli studenti di Firenze a pagare un canone d’affitto tra i 300-379 euro (più del 54%) e i 380-479 euro (più del 31%), per un canone medio di 376 euro. 

Per quanto riguarda le informazioni sul contratto d’affitto, solo il 4,4% dichiara di non aver mai sottoscritto un contratto. Quasi la gran parte (l’83,5%) dichiara di aver sottoscritto un contratto d’affitto e di aver ricevuto copia con la ricevuta di registrazione presso l’Agenzia delle Entrate da parte del proprietario. Il 19,1% ricorda di aver sottoscritto un contratto a canone concordato, il 12,1% a canone transitorio ma il 68,8% non ricorda e/o non conosce la differenza tra i contratti.

Relativamente alla possibilità della riduzione del canone causa Covid-19, introdotta dal governo come misura di sostegno durante i mesi di lockdown, il 28,7% dichiara di averla richiesta ma ha ricevuto un rifiuto da parte del proprietario. Solo il 20% afferma di aver trovato un accordo con il proprietario dell’immobile, il 27,8% non ha richiesto la riduzione del canone, mentre il 23,4% non ha mai saputo di questa possibilità.

Quale ruolo hanno i Social?

Ora osserviamo il dato che emerge sull’utilizzo e la relazione tra canali online e offline: per la prima volta - e rispetto all’indagine di alcuni anni fa - i social network sorpassano gli altri canali e rappresentano ormai un “porto sicuro” per la ricerca di un alloggio. Per selezionare le case da visitare, i gruppi dedicati all’affitto e le pagine sono utilizzati dal 65,8% degli intervistati, seguiti da siti e portali specializzati nell’affitto (il 64,1%). 

I canali tradizionali vengono sempre meno consultati, come dimostrano i dati relativi agli annunci cartacei affissi sulle bacheche universitarie (l’8,3%, sempre più in calo), il passaparola (poco più del 15,2%) e le agenzie immobiliari (il 9,9%, dato in leggera risalita rispetto ai dati parziali dell’ultima indagine).

Quali sono invece le informazioni più ricercate da chi cerca casa? Oltre al prezzo (74,7%) e all’ubicazione (40%), sono le foto dell’appartamento (49,2%) un elemento richiesto dalla maggior parte degli intervistati, facilmente reperibili su un canale online.

Sul futuro la fiducia di ripartire e ritornare a vivere in città è tanta. Circa la possibilità di prendere una stanza in questi mesi, il 68,1% si dichiara molto/abbastanza favorevole. Solo il 19,7% dichiara di avere poca fiducia e un 12% per niente fiducia sul ritorno alla normalità.

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