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Smog, a Lecco la soglia più alta in Italia di ozono troposferico

L'indagine Mal'Aria di Legambiente mostra come in città siano basse le emissioni di polveri sottili, ma drammaticamente alta la presenza di gas tossici

Non bastano le montagne e i boschi che circondano Lecco per ridurre il rischio inquinamento: se la quantità di pm10 e dei pm2,5, particelle altamente tossiche, in città è sotto controllo, non avviene lo stesso per le emissioni di biossido di azoto e di ozono troposferico, che sono invece a livelli decisamente elevati. 

A dirlo è l'indagine "Mal'Aria" di Legambiente, pubblicata dall'associazione lo scorso 30 gennaio, che illustra i dati delle emissioni inquinanti nei capoluoghi italiani registrate nel 2014 dalle stazioni di rilevamento installate su tutto il territorio italiano.

La situazione a Lecco è drammatica per quanto riguarda l'ozono troposferico (O3), un gas fortemente tossico che può irritare le vie aeree e gli occhi, e portare a patologie cardiovascolari: per ben 83 giorni in città è stata superata la soglia consentita giornaliera di 120 microgrammi per metro cubo, sforando di oltre tre volte il limite di superamento giornaliero, fissato a 25 giorni.

Migliora, in parte, la situazione nel caso del biossido di azoto (NO2), un altro agente irritante per i nostri polmoni e i nostri occhi: Lecco risulta la 17esima città d'Italia per emissioni, con una media annua di 39,5 microgrammi su metro cubo, a un soffio dalla soglia massima di 40 microgrammi annui, da non superare per più di 18 giorni l'anno.

Sono buoni, invece, i rilevamenti delle polveri sottili pm10 e pm2,5: per quanto riguarda il particolato pm10, in città non è mai stato sforato il limite dei 35 giorni di superamento della soglia, e anche nel caso del particolato fine l'aria di Lecco si è mantenuta al di sotto dei 25 microgrammi per metro cubo annui. Il dato medio registrato nel 2014, infatti, è di 15microgrammi in media.

L'inquinamento atmosferico in città, si legge ancora nel rapporto di Legambiente, è strettamente correlato a due fattori fondamentali: il primo di questi è il trasporto su strada che, nonostante le innovazioni nell'industria dei motori, non ha portato a un conseguente calo dello smog, complice anche l'elevato numero dei veicoli in circolazione l'incremento dei diesel.

L'altro fattore fondamentale alla base dello smog cittadino, stando ai dati dell'indagine, è il riscaldamento domestico, che a tutt'oggi vede ancora un largo uso di legna e combustibili fossili come il gasolio, particolarmente inquinante.

Stando agli ultimi dati pubblicati da Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la  ricerca ambientale, in Italia nel 2012 sono stati emessi in atmosfera oltre 2 milioni di tonnellate di monossido di carbonio, 900mila tonnellate di composti organici non metanici e ossidi di azoto, 181mila tonnellate di ossidi di zolfo e 152mila tonnellate di pm10.

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