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Nuovo Bione, Gattinoni: “Rendiamolo sostenibile”. Valsecchi: “Basta perdere tempo”

Il progetto presentato giovedì sera fa discutere le parti in causa

Il progetto del nuovo Bione fa discutere, inevitabilmente. Durante la serata di giovedì nel corso della Commissione IV è stato presentata l'idea proposta al Comune di Lecco da parte della cordata formata da Iccrea BancaImpresa, ovvero il soggetto finanziatore, Partecipazioni e Gestioni come gestore, Tipiesse, Enpower, A&T Europe / Myrtha Pools (che detiene il marchio Piscine Castiglione) come imprese esecutrici, dal dottor Roverselli come geologo e dalla J&S Architecture & Engineering per la progettazione architettonica, strutturale e relativa a tutta l’impiantistica. Costo totale per le casse comunali: 37 milioni di euro oneri inclusi. Una cifra enorme che Palazzo Bovara non può permettersi di spendere in un arco temporale lungo vent'anni.

Un progetto “meraviglioso” per rifare il Bione, ma ha 37 milioni di problemi

L'ha ammesso anche il sindaco Mauro Gattinoni, che è poi tornato sul tema: “Si tratta di una proposta ottimale e di altissimo livello – sia per la solidità dei soggetti proponenti, sia per il progetto tecnico – che conferma le grandi potenzialità del centro sportivo e la sua attrattività. Un progetto concreto, effettivo, realistico, che ha trovato la condivisione delle associazioni ma che presenta un impegno economico troppo oneroso per le possibilità comunali: si tratta, infatti, di un totale di operazione di 20 anni per 37 milioni di euro, di cui circa 10 milioni di oneri finanziari. A fronte di questo quadro economico, avvieremo un apposito iter per consentire ai proponenti un perfezionamento del progetto affinché sia sostenibile per le casse del Comune”. 

“Si perde tempo con progetti irrealizzabili”

Una porta lasciata aperta, insomma, diversamente da quanto aggiunto in un secondo momento da Corrado Valsecchi, capogruppo di Appello per Lecco: “La politica è l'arte del possibile, l'amministrazione Gattinoni vuole renderla l'arte dell'impossibile. Si presentano progetti faraonici e costosissimi con velleità da sceicco del Qatar, sapendo che finiranno nell'oblio ancora prima d'iniziare. Mi sfugge questa visione dell'amministrare, che dovrebbe far prevalere la concretezza e il buon senso. Avevano la strada tracciata sul nuovo municipio e sono andati ad ingolfarsi in una proposta sulla quale non hanno mai avuto un solo parere tecnico favorevole. Sul Bione l'amministrazione Brivio saggiamente aveva seguito il percorso suggerito da Finlombarda sistemando i sottoservizi, la pista di atletica, gli spogliatoi e il campo di calcio numero 1, mentre altri interventi sulla cosidetta parte fredda sarebbero continuati con l'attuale Giunta; tutti gli operatori sanno che piscine e palazzetti sono, per gli investitori, un business interessante se gestito con capacità manageriale e quindi finanziabile dal privato di settore”.

“Invece, dopo oltre due anni ci sono venuti a spiegare un progetto bello ma incompleto, non privo di incognite, che con ogni probabilità non vedrà mai la luce perché tutto il costo con un project leasing dovrebbe essere sostenuto dai contribuenti lecchesi - ha aggiunto Valsecchi, assessore al patrimonio e ai lavori pubblici durante il Brivio II -. Il privato mette il progetto, il Comune mette tutti i soldi: in questa maniera credo che sia facile identificare il soggetto che si accolla tutti i rischi. Non c'è dubbio che l'intervento sul Bione sia inderogabile, ma si può fare solo se si torna all'arte del possibile. Basta perdere tempo con progetti irrealizzabili, questa amministrazione aveva delle strade già disegnate e doveva solo seguirle, senza fare i fenomeni. Invece sembra abbiano deciso di far prevalere un autolesionismo distruttivo al posto di concentrarsi su quello che realmente si può fare, completo delle necessarie coperture di spesa in modo da non mettere a rischio la parte corrente del bilancio pubblico. Hanno iniziato, da subito, a giocare alle presentazioni del sultano sapendo che così si perdono tempo, opportunità e si continuano a fare brutte figure”.

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