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Technoprobe di Cernusco, i lavoratori votano l'Accordo integrativo aziendale

L'intesa tra azienda, Rsu e organizzazioni sindacali prevede l'organizzazione dell'orario di lavoro: alcuni dipendenti lavoreranno 136 ore annue in meno con un aumento della retribuzione

Giornata importante alla Technoprobe di Cernusco Lombardone. Le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda hanno votato a larga maggioranza in favore dell'ipotesi di Accordo integrativo aziendale, siglato tra la Società Technoprobe, la Rsu e le Organizzazioni sindacali Fim-Fiom Territoriali.

A partecipare alla consultazione è stato il 70% degli aventi diritto, dato da sottolineare secondo i sindacati, in quanto costituisce un importante segnale di "vitalità democratica".

I punti dell'accordo

La principale innovazione introdotta dall'accordo riguarda l'organizzazione dell'orario di lavoro. Il settore in cui l'azienda opera, quello dei semiconduttori, è altamente competitivo e necessita perciò che alcuni reparti garantiscano una copertura produttiva a ciclo continuo, h24, 7 giorni su 7; il passaggio a questa nuova modalità oraria comporta la diminuzione dell'orario di lavoro, per cui i dipendenti coinvolti lavoreranno 136 ore annue in meno. L'accordo prevede che Technoprobe garantisca la piena retribuzione e l'intera maturazione di tutti gli istituti contrattuali connessi (ferie, tredicesima ecc.). In virtù di tale accordo, le maggiorazioni previste determinano un importante aumento della retribuzione nell'ordine di migliaia di euro/anno.

Con il nuovo accordo il valore premio di risultato per gli anni 2022 e 2023 avrà inoltre un significativo aumento e potrà superare i 5mila euro. Altro importante risultato raggiunto con il nuovo contratto è l'impegno dell'azienda ad assumere a tempo indeterminato almeno 150 lavoratori entro il 31 maggio 2023. Inoltre, la stabilizzazione dei precari viene resa strutturale con l'introduzione dell'obbligo di assunzione a tempo indeterminato dopo 12 mesi di contratto in somministrazione e/o assunzione con contratto a termine. Oltre che da un impiego sicuro e tutelato, il miglioramento delle condizioni di lavoro passa anche dal continuo confronto tra la direzione e la Rsu sulla formazione permanente e gli inquadramenti professionali.

Da evidenziare nell'accordo, infine, la possibilità di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale (Part-Time) nella misura massima del 15% del personale, percentuale ben più alta rispetto al 4% previsto dal CCNL di riferimento, e l'accordo di smart working con la definizione degli orari di prestazione con il diritto alla disconnessione e gli strumenti informatici in dotazione dei lavoratori coinvolti.

"Necessità di costruire una società e un'economia nuove"

Gabriele Fiore e Maurizio Oreggia, rispettivamente di Fim e Fiom, e la Rsu aziendale esprimono "soddisfazione per il risultato raggiunto. Va riconosciuta la grande qualità dell'accordo sottoscritto, che coglie la necessità di costruire una società e un'economia nuove per far fronte alle sfide poste dal cambiamento climatico e dalle emergenti tecnologie industriali. Un contratto che, favorendo la conciliazione famiglia-lavoro e contrastando il precariato, garantisce alle lavoratrici e ai lavoratori un significativo miglioramento delle condizioni di vita, un avanzamento nei diritti che sia reale, strutturale e conquistato con la contrattazione, e non apparente, limitato e frutto della benevolenza del datore di lavoro".

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