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«Io sto con il Lupo, bentornato nella Brianza lecchese»

Sono diversi i commenti a favore del lupo dopo la notizia della sua presenza nel Parco del Curone. Tra questi quelli del sindaco di Santa Maria Hoè, Efrem Brambilla

Ha catturato l'attenzione di tanti la notizia del ritorno del lupo nella Brianza lecchese, in particolare nel verde del Parco del Curone. E, leggendo i commenti espressi anche sui social network, la maggioranza dei lettori sta dalla parte del lupo.

Tra loro anche il sindaco di Santa Maria Hoè Efrem Brambilla, secondo il quale se il lupo tornasse a insediarsi come un tempo nei boschi della zona, sarebbe una cosa positiva per il territorio e il suo ecosistema. «Bentornato lupo - ha detto Branbilla - la notizia della sua presenza mi fa piacere».

Nel Parco del Curone è tornato il lupo

Ricordiamo che l'animale è ricomparso nei giorni scorsi nel parco regionale di Montevecchia. La presenza del lupo è stata confermata dal ritrovamento di alcune pecore azzannate e uccise. Un blitz che ha destato un po' di preoccupazione, oltre alla necessità di tutelare greggi e allevatori.

Il presidente del Parco del Curone, Marco Molgora, ha comunque ricordato che la presenza del lupo non comporta criticità dato che l'animale evita contatti con l'uomo, ma per non compromettere questa naturale attitudine è bene mantenere sempre i comportamenti corretti come il divieto assoluto di ricerca, disturbo, avvicinamento o alimentazione dell’animale, nonché l'obbligo di tenere i cani al guinzaglio durante le escursioni. Il Parco è ora impegnato a fornire agli allevamenti le informazioni utili per prevenire l’attacco agli animali al pascolo e per accedere, in caso di danni, agli indennizzi previsti dalle assicurazioni della Regione.

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Tornando all'opinione del sindaco della vicina Santa Maria Hoè, ecco di seguito l'intervento di Efrem Brambilla (nella foto).

Pare che il lupo (luf, in dialetto) sia tornato in Brianza. Il lupo e l’orso erano presenti da noi prima che venissero sterminati sistematicamente. L’ultimo pare venne ucciso sul Monte di Brianza intorno al 1950. I lupi venivano immediatamente abbattuti se provavano a rimettere piede nelle nostre zone.

Qui non c’è il lupo perché li hanno uccisi tutti. Le varie autorità che si susseguirono in Brianza nei secoli stabilirono delle somme di denaro in premio a chi li uccideva. Nel 1838 erano previste 75 lire austriache per una lupa e 60 per un lupo. Le istituzioni organizzavano anche direttamente la “caccia al lupo”.

La Gazzetta di Como del 29 dicembre 1838 riporta l’elenco di 30 lupi e orsi uccisi negli ultimi 12 anni nella nostra provincia. Tra i paesi dove i cacciatori li avevano abbattuti si trova elencata anche Santa Maria Hoè. La fascia interessata alla caccia ai lupi andava dal Monte di Brianza fino a Paderno D’Adda.

Il lupo e l’orso sono definiti “specie ombrello”: la loro esistenza garantisce quella di altre specie che ne condividono l’habitat. Posti al vertice della piramide alimentare, sono una parte importante degli ecosistemi di cui fanno parte, che vengono resi più stabili e completi dalla loro presenza.

I lupi sono in grado di percepire la nostra presenza prima che noi la loro e si allontanano per evitare incontri con l’uomo. Il lupo non ci identifica come una possibile preda, quanto piuttosto come una minaccia da cui allontanarsi il più rapidamente possibile.

Possono divenire aggressivi qualora impauriti per l’incolumità propria o dei propri cuccioli. In caso di incontro occorre far capire all’animale che non si è un pericolo per lui e mantenere le distanze.

Spero che il lupo avvistato non venga abbattuto. Io sto con il lupo: bentornato.

Efrem Brambilla

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