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Martedì, 16 Aprile 2024
Nuova tecnica / Brianza / Largo Mandic, 1

Problemi al cuore, a Merate tre persone curate con la ricanalizzazione

I tre pazienti sono stati trattati erano affetti dall'occlusione coronarica cronica. Acquisito un nuovo sistema di ecografia intravascolare

Novità all'interno dell'ospedale "Mandic" di Merate. All'interno della struttura complessa di Cardiologia del nosocomio brianzolo sono stati trattatati tre pazienti - due uomini di 49 e 62 anni, oltre a una donna di 80 - con nuove procedure di ricanalizzazione di arterie coronariche cronicamente occluse. Unitamente a questa prima esperienza sono stati acquisiti un nuovo sistema di ecografia intravascolare, l’apparecchiatura per l’aterectomia rotazionale e il sistema per la litotrissia intravascolare noto come Shockwave.

Soddisfazione per il direttore generale Paolo Favini: “Ringrazio Stefano Maggiolini e il suo staff per l’introduzione, nel reparto di Cardiologia del San Leopoldo Mandic, di questa importante metodica. L’acquisizione del sistema di ecografia intravascolare consente al presidio meratese di avvalersi di una strumentazione diagnostica necessaria per il trattamento di queste patologie”.

Lavoro a braccetto tra Lecco e Merate

“Come da indicazioni della Direzione Generale, prosegue la riorganizzazione le differenti attività interventistiche nei due presidi, tramite l’ottimizzazione dell’utilizzo delle sale di emodinamica dipartimentali a Lecco e Merate. Anche in questa occasione la sinergia tra i colleghi di Lecco e di Merate - in particolare del dottor Pera, del dottor Cantù e del dottor Tiberti - ha portato a risultati eccellenti - spiega Giovanni Rossi, direttore del dipartimento Area Toraco-Cardio-Vascolare Asst Lecco -. Ricordo, inoltre, che è in corso un’ulteriore implementazione dell’attività interventistica con procedure di tipo strutturale, come la chiusura percutanea del forame ovale, del difetto interatriale e dell’auricola, procedure da tempo consolidate nel Dipartimento Cardio-Vascolare e che coinvolgono anche gli operatori ecografisti, attualmente in via di formazione”.

“L’occlusione coronarica cronica (CTO) è, per definizione, un’occlusione totale del vaso coronarico, non acuta e presente da almeno tre mesi. Tali lesioni vengono riscontrate, spesso occasionalmente, in una percentuale che varia dal 15 al 25% dei pazienti con malattia coronarica sottoposti a coronarografia - aggiunge Stefano Maggiolini, direttore della Cardiologia all'interno dell'ospedale Mandic -. Risultano quasi sempre accompagnate alla presenza di circoli collaterali che, pur mantenendo parzialmente perfuso il miocardio a valle dell’occlusione, non riescono a garantire una sufficiente perfusione e prevenire quindi l’ischemia durante lo sforzo. Queste lesioni possono di conseguenza essere causa di sintomatologia anginosa, di limitazione funzionale, di aritmie cardiache e di riduzione della forza contrattile cardiaca. In presenza d'indicazione clinica, la riapertura con angioplastica e impianto di stent di una coronaria cronicamente occlusa determina la risoluzione dei sintomi, può portare un miglioramento della funzione cardiaca e in alcuni casi determinare anche un miglioramento della sopravvivenza.  Il trattamento delle lesioni occlusive è comunque molto complesso e spesso gravato da serie complicanze che hanno un’incidenza sensibilmente superiore rispetto alle procedure su vasi non occlusi e devono essere eseguite da operatori esperti”.

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