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Razzismo al Bione, il giudice sportivo stanga il calciatore: "Nessuna discriminazione"

Dopo il parapiglia avvenuto domenica durante il match Juniores Zanetti-Bellagina, inflitte cinque giornate al 18enne della squadra lecchese. Multate entrambe le società

Strascico pesante dopo il parapiglia verificatosi domenica scorsa al Bione in occasione della partita valida per il campionato Juniores tra Zanetti 1948 e Bellagina e riconducibile a un caso di razzismo.

I fatti: un calciatore di colore della squadra lecchese, entrato dalla panchina nel secondo tempo, viene beccato dalla tribuna e secondo alcuni testimoni provocato per il colore della sua pelle; il 18enne reagisce verbalmente, viene espulso e poi sale in tribuna a farsi giustizia da solo; ne segue un parapiglia sedato solo dall'intervento di altri spettatori.

Il giudice sportivo, nel dispositivo emesso nella giornata di giovedì, ha avuto la mano pesante nei confronti del calciatore, squalificato per cinque giornate. Negate, dal rapporto arbitrale, eventuali frasi discriminatorie rivolte al ragazzo. Riportiamo il motivo della squalifica: "Dal rapporto di gara fonte primaria e privilegiata di prova si rileva: al 47° del secondo tempo veniva espulso il calciatore D. M. (O. Zanetti) perchè stizzito dal comportamento di alcuni sostenitori, identificati come appartenenti alla società "Bellagina", che urlavano frasi non chiaramente identificate nel contenuto dal direttore di gara ma comunque non discriminatorie nei confronti della società "Zanetti" e in particolare nei suoi confronti; reagiva alle offese aggrappandosi alla rete di recinzione con fare minaccioso e con linguaggio reiteramente e gravemente offensivo nei confronti della porzione di tribuna in cui risiedevano i sostenitori della "Bellagina". Dopo la notifica del provvedimento disciplinare lasciato il terreno di giuoco, abbandonava il il recinto di giuoco per recarsi in tribuna dove creava un parapiglia con i sostenitori della società "Bellagina" e nel reiterare insulti e minacce spintonava e colpiva più volte i sostenitori avversari. A fine gara, negli spogliatoi continuava l'accesa discussione venendo a contatto con diversi calciatori avversari spintonandoli".

Un mese di inibizione al dirigente

Un dirigente della Zanetti è stato inibito fino al 19 marzo 2022 "per inadempienza dei propri doveri, durante e a fine gara, con la mancata assistenza all'arbitro nella richiesta di vigilanza e custodia dei cancelli che lasciati aperti permettevano, a fine gara, a diverse persone non autorizzate, appartenenti alle due tifoserie, di accedere indisturbate nella zona spogliatoi per continuare l'accesa discussione".

Entrambe le società sono state multate per responsabilità oggettiva. Ammenda di 250 euro per la Zanetti, definita, nel dispositivo del giudice, "oggettivamente responsabile del comportamento, durante e a fine gara, scorretto, irresponsabile, violento e antisportivo da parte dei propri tesserati attori anche in tribuna del parapiglia con i sostenitori della società ospitata; per inadempienza dei propri doveri da parte di un proprio dirigente e per aver lasciati incustoditi i cancelli all'ingresso al terreno di giuoco e agli spogliatoi". La Bellagina, società ospite al Bione, è stata multata di 150 euro, "oggettivamente responsabile del comportamento scorretto, irresponsabile antisportivo e offensivo da parte dei propri sostenitori nei confronti della società ospitante e dei suoi tesserati e per aver preso gli stessi parte attiva nel parapiglia creatosi in tribuna".

Valsecchi: "Sentenza da burocrati"

Ancora una volta sull'argomento è intervenuto Corrado Valsecchi, capogrupo di Appello per Lecco ed ex assessore: "Non è la prima volta e non sarà l'ultima: l'ingiustizia sportiva trionfa sempre. Fino a quando si lascerà nelle mani di giudici sportivi burocrati, che applicano provvedimenti sulla base di fredde relazioni degli arbitri, determinando le sentenze e i verdetti che portano a sanzioni disciplinari spesso ingiuste o non equilibrate non andremo molto lontano nel perseguimento di una autentica e comprovata giustizia sportiva. Il caso della squalifica di 5 turni per il giovane calciatore della società Zanetti è la prova dell'immaturità del sistema della cosiddetta giustizia sportiva. Il ragazzo è stato insultato in maniera reiterata con insulti e frasi razziste, l'hanno denunciato spettatori che assistevano alla partita del Bione a un giornale online locale e ho avuto le conferme di quanto avvenuto. Ora che a pagarne il prezzo sia solo il giovane calciatore francamente lo trovo da rigetto psicologico. La vittima, che ha sicuramente sbagliato il suo comportamento, ed è quindi giusto sanzionarlo, diventa però l'unico responsabile di questo evento grazie alla redazione di un rapporto dell'arbitro. Lo sport che deve essere formazione per i giovani, esempio di valori di lealtà e rispetto, di inclusione sociale e culturale cosa lascerà nella testa di questo giovane dopo una sanzione così discriminatoria? Mi dispiace che questo ragazzo stia pagando da solo un prezzo troppo alto per le decisioni di un giudice sportivo distante anni luce dal significato della parola giustizia. Mi auguro solo che il ragazzo guardi avanti senza farsi intimorire da verdetti azzardati, mi auguro che gli arbitri davanti a insulti razzisti non voltino la faccia e le orecchie da un'altra parte ma sospendano le partite tutelando il calciatore, infine mi auguro che i giudici sportivi si documentino seriamente sui fatti e non emettano verdetti solo sulla base di testimonianze arbitrali. Arbitri, giudici, allenatori, dirigenti, tifosi hanno un senso solo se rispettano il principio di crescita e di educazione di un giovane e non la sua mortificazione".

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