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Le ceneri dei defunti nell'Adda? Don Matteo dice no

Fa discutere la proposta di "Cambia Calolzio". Contrario il sacerdote della parrocchia di San Martino: «La dispersione delle ceneri contrasta con la visione cristiana». Il sindaco è pronto a discuterne, ma dice: «Ci sono costi e burocrazia, le priorità sono altre»

Sta facendo discutere in città la proposta del gruppo Cambia Calolzio di poter disperdere le ceneri funerarie nell'Adda. Una libertà in più, una facolta concessa dietro richiesta dei famigliari del defunto, con un apposito spazio riservato nel fiume. In merito alla questione interviene anche don Matteo Bartoli, coadiutore della parrocchia di San Martino, bocciando la proposta avanzata dai Consiglieri comunali Diego Colosimo e Nicola Vanoli. 

La proposta: «Sia possibile disperdere le ceneri nell'Adda» 

«Non è mia intenzione replicare a nessuno o creare polemiche, ma visto che mi viene chiesto posso dire che la dispersione delle ceneri contrasta con la visione cristiana della morte - commenta don Matteo - La secolare tradizione Cristiana ha sempre previsto per il defunto una certa cura e attenzione, la preghiera in casa, la processione verso la chiesa e verso il cimitero con la sepoltura. Perché la sepoltura? La risposta più immediata è perché anche Cristo è stato sepolto, e come Cristo passa tre giorni nella tomba in attesa della resurrezione così anche il defunto è in attesa della resurrezione. Al camposanto si reca il fedele cristiano parente del defunto, porta dei fiori, prega e questa tradizione del conservare la memoria e recarsi per una preghiera diventa qualcosa di importante per il cristiano, diventa anche "educativo". La riflessione sulla morte diventa un grande insegnamento per i piccoli e i grandi. Nel tempo è andata diffondendosi la pratica della cremazione anche in base alle mutate condizioni della società: il funerale viene fatto ancora con la salma mentre la tumulazione delle ceneri avviene ancora con una breve preghiera, salvaguardando così quanto dicevo prima - aggiunge il sacerdote calolziese - È dunque da evitare la dispersione delle ceneri da un punto di vista cristiano, per le implicazioni che spesso sopporta. Il cristiano non può avere di mira la dissoluzione di ciò che è stato, la fusione con la natura, e nemmeno la conservazione nella propria abitazione, che ci riportano a pratiche pagane. Queste pratiche saranno anche permesse dalla legge, ma contrastano con la visione cristiana della morte».

Il sindaco: «Costerebbe oltre 40.000 euro, le priorità sono altre»

L'Amministrazione comunale non chiude invece le porte alla proposta di Cambia Calolzio, come illustrato dal sindaco Marco Ghezzi e dall'assessore Tina Balossi (Servizi sociali, personale e Servizi cimiteriali). A detta del primo cittadino ci sono però dei costi e delle difficoltà tecniche da non sottovalutare. 

«Siamo disposti a parlarne e valuteremo la proposta dell'opposizione senza pregiudizi - spiega il sindaco Ghezzi - Occorre però tenere conto del fatto che, per creare un'area simile in zona Adda, ci sono dei costi e degli ostacoli burocratici non secondari. Avevano già fatto una valutazione per creare uno spazio dove consevare le ceneri dei defunti al cimitero e abbiamo visto che la spesa oscillerebbe tra i 40.000 e i 50.000 euro. Nel fiume la dispersione potrebbe avere ulteriori complicazioni tecniche anche dal punto di vista dei permessi. Considerando che negli ultimi anni abbiamo avuto una sola richiesta, il tema non rappresenta comunque una priorità».

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