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La scelta

Guerra in Ucraina, Chiaramonte fa la sua parte: attori ucraini nei suoi film

Il produttore di "Lupo Bianco", ispirato alla storia del lecchese Carlo Olmo, si attiva con la CinemaSet

“Non potevo voltarmi dall’altra parte. Non potevo fare finta di nulla, continuare a lavorare ai miei film come se nulla fosse, mentre a qualche migliaio di km di distanza ci sono attori, artisti e operatori del cinema e del teatro che rischiano di morire sotto le bombe. Il mondo dorato del cinema non può e non deve fare finta di nulla. Da qui la scelta di accogliere nel cast dei film che attualmente sto producendo anche gli artisti ucraini”. A parlare è Antonio Chiaramonte, noto produttore cinematografico di origine siciliana a capo della casa di produzione CinemaSet, da sempre molto attento – anche nelle sue produzioni – ai temi sociali.

Questa volta, purtroppo, la guerra non è un film. Ma la triste realtà, proprio alle porte di casa nostra. Così che Chiaramonte – che con il suo film “Lupo Bianco”, ispirato alla storia del lecchese Carlo Olmo, ha vinto all’ultima edizione della Mostra del cinema di Venezia il Premio International Starlight Cinema Award nella categoria dell’impegno sociale – ha deciso di passare all’azione. Malgrado il periodo difficile, anche per il mondo del cinema, il produttore siciliano fino alla fine del 2023 ha l’agenda piena con una serie di importanti progetti cinematografici e televisivi. “Il mondo che conosco meglio è quello dell’arte e del cinema – prosegue -. Ho deciso perciò di accogliere i professionisti ucraini che lavorano in questo settore e di farli lavorare nei film che sto realizzando. Anche l’arte in questo momento può e deve assolutamente fare la sua parte”.

L’Italia fin dall’inizio del conflitto in Ucraina ha dimostrato di essere un grandissimo Paese. Una straordinaria macchina della solidarietà con la raccolta di aiuti umanitari che sono stati consegnati direttamente in quella terra martoriata dalle bombe, ma anche salvando migliaia di donne, bambini, anziani. Ognuno sta facendo la sua parte. “Anche noi che facciamo parte del mondo del cinema, del teatro, della televisione possiamo e dobbiamo fare la nostra – prosegue Chiaramonte -. Mi auguro che altri colleghi abbraccino questa iniziativa: strappare dalle bombe i ‘nostri’ colleghi e continuare a farli lavorare in Italia”.

Chiaramonte ribadisce il no alla guerra e richiama i suoi colleghi a una “resistenza” pacifica. Senza imbracciare armi, ma dando voce a quella cultura che da sempre ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della comunità. Da anni il noto produttore siciliano con le sue pellicole dà voce a storie di solidarietà, di buoni sentimenti, di difesa dei valori della legalità, dell’onestà, del rispetto e della pace. Da anni, collabora con il Miur (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) e con i suoi film entra nelle scuole per far riflettere le giovani generazioni sull’importanza dei valori della famiglia, dell’amicizia,della pace e del reciproco aiuto che oggi sembrano, in alcuni casi, ormai fuori moda. “Adesso proprio io non potevo voltarmi dall’altra parte – conclude -. Ho subito accolto l’invito del ministro della Cultura Dario Franceschini di aiuto e vicinanza alla popolazione ucraina. L’ho fatto rivolgendosi alle persone che lavorano nel mio mondo, aprendo concretamente le porte della mia casa di produzione. Portandole così via dalla guerra e mostrando la grandezza della cultura e degli artisti di quella meravigliosa nazione”.

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