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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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I 10 anni di impegno de "L'Innominato", il tavolo lecchese per la giustizia restorativa

Nei giorni scorsi convegni sul tema della giustizia e del reinserimento sociale aperti a cittadini, operatori e scuole. "Un esempio importante anche nel panorama europeo"

Oltre 140 studenti delle scuole superiori di Lecco e tra 130 cittadini e operatori sociali hanno partecipato a “Una comunità che rende giustizia”. L'evento si è svolto in due giornate di lavoro e di confronto sull’approccio restorativo di comunità ed è stato promosso da "L’Innominato -Tavolo lecchese per la Giustizia Restorativa" in collaborazione con l’Ambito territoriale di Lecco e l’Impresa Sociale Girasole grazie al sostegno di Cassa delle Ammende, Regione Lombardia e Conferenza Episcopale Italiana.

"Un importante spazio d’incontro per parlare di come sia possibile portare uno sguardo restorativo nelle scuole e all’interno dei servizi territoriali, ma anche un’occasione per festeggiare questi primi dieci anni di lavoro de 'L’Innominato' nella città di Lecco, grazie all’importante partecipazione di Tim Chapman, Presidente Emerito del Forum Europeo per la Restorative Justice" - hanno spiegato i curatori dell'iniziativa. Bruna Dighera, referente del Tavolo lecchese per la Giustizia Restorativa, lo ha accolto in entrambe le
giornate. 

Giustizia intervento-2

"Il lavoro della città di Lecco è conosciuto in tutto il panorama europeo nell’ambito della Giustizia Restorativa, si guarda con attenzione il suo esempio e si cerca di replicare anche in altri contesti”. Tim Chapman ha introdotto con queste parole la sua Lectio Magistralis sulla Restorative Justice con uno sguardo particolare sulla comunità, nel suo intervento presso la sede del Politecnico.

"Il modello italiano di Giustizia Restorativa è un modello bottom-up: è attivato dalla società civile stessa per una missione civica che parte dalla voglia di risolvere un problema insieme. In questa esperienza di dialogo e incontro sono coinvolti cittadini, professionisti ed enti pronti ad ascoltare ed essere ascoltati, a creare relazioni con gli altri e ad essere solidali. Un approccio inclusivo che vuole rigenerare la comunità".

"La Giustizia Restorativa mette al centro la persona"

"La Giustizia Restorativa mette al centro la persona, risignificando il concetto di pena e di danno, trasformando la giustizia in Welfare plurale che coinvolge più attori e le relazioni che riescono ad intessere - ha commentato Riccardo Mariani, ex Assessore alle Politiche sociali, Casa e Lavoro nel Comune di Lecco, che ha accompagnato il Tavolo dal 2015 fino al 2020 - Lecco è un’officina di sperimentazione per gli sguardi bidirezionali tra Giustizia Restorativa e Comunità: si deve continuare su questa strada attraverso i Piani di Zona, con la co-programmazione, la coprogettazione e con l’Impresa Sociale Girasole".

Gattinoni giustizia-2

Tra gli interventi anche quelli di Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, Sabina Panzeri, presidente dell’Ambito territoriale di Lecco, Claudia Andreoli, referente Struttura Innovazione Sociale, Direzione Generale Famiglia, Solidarietà Sociale, Disabilità e Pari Opportunità di Regione Lombardia, don Marco Tenderini di Caritas Lecco e Lucio Farina, direttore di CSV Monza Lecco Sondrio, chiamato a ricostruire i primi dieci anni del Tavolo, un gruppo di persone guidato da una passione e una visione comune che costruisce comunità a partire dai legami e dalle fragilità accogliendo e ascoltando le ragioni di tutti.

I progetti restorativi di comunità e le esperienze territoriali sono poi entrate in dialogo con Tim Chapman e Ivo Lizzola, Ordinario di Pedagogia della marginalità e del conflitto presso l’Università degli Studi di Bergamo: “La comunità che rende giustizia è quella che riconosce i suoi conflitti e le sue fragilità, non è un insieme di singoli che portano diritti. È una comunità che ricostruisce l’attesa di bene e tesse trame ed alleanze con i servizi per rialimentare continuamente luoghi in cui i conflitti divengano rigenerativi, le distanze non diventino cinismi, ciò che si rompe venga rimesso in collegamento ridando credito e fiducia da un lato e chiedendo assunzione di responsabilità dall’altro. La vulnerabilità e la cura hanno bisogno di riti di riconciliazione".

L’apertura dei lavori è stata affidata a Emanuele Manzoni, assessore al welfare del Comune di Lecco a cui hanno fatto seguito le parole di Michele Tavola ex assessore alla cultura del Comune di Lecco (dal 2010 al 2015) che dieci anni fa ha dato avvio come amministratore al processo che avrebbe portato alla nascita de l’Innominato. Il Tavolo lecchese per la Giustizia Restorativa sta attualmente lavorando a due progetti denominati “Un futuro in comune” e “Per il verso giusto” finanziati rispettivamente da Regione Lombardia insieme a Cassa delle Ammende e da Conferenza Episcopale Italiana. I due progetti, che intendono implementare l’approccio restorativo di comunità tramite la realizzazione di iniziative e pratiche restorative, sono stati presentati da Michela Maggi dell’Ambito di Lecco, Patrizia De Filippi dell’Associazione Il Gabbiano ODV e Micaela Furiosi della Cooperativa sociale L'Arcobaleno. Marco Bellotto, membro del Tavolo e dell’associazione Il Gabbiano ODV, è intervenuto in qualità di moderatore.

L'impegno nel Lecchese per sensibilizzare la comunità e diffondere la visione della Restorative Justice

L’Innominato è un gruppo di cittadinanza attiva a cui partecipano anche istituzioni, enti del privato sociale e del non profit, che da dieci anni opera nella città e sul territorio di Lecco per sensibilizzare la comunità e diffondere la visione della Giustizia Restorativa (Restorative Justice), disseminandone i principi, i valori e le pratiche negli ambiti della convivenza civile.

In questi dieci anni il Tavolo lecchese ha intrapreso un cammino appassionato e a volte impervio, che ha assunto la visione della Restorative Justice come orizzonte di sviluppo di una Città e di una Comunità Restorativa, impegnata a declinare i principi e i valori della Restorative Justice nelle pratiche quotidiane attraverso cui si affrontano i conflitti e le lacerazioni che si generano tra le persone nella convivenza civile oltre che come percorso possibile e auspicabile che arricchisce e integra le risposte della giustizia penale.

"Una città restorativa è una visione e un orizzonte a cui tendere per una pratica di convivenza fondata sul rispetto e la responsabilità, la giustizia delle relazioni, la verità che emerge dal dialogo e la solidarietà. Una comunità restorativa chiama a una convivenza che, anche nei momenti difficili, non smette di incontrarsi, di parlare e di ascoltare, di fare memoria degli errori e degli apprendimenti e di fare progetti per il bene comune. Si serve di pratiche di incontro facilitate per generare gesti, azioni e parole pronunciate e ascoltate che impegnano tutte le parti e su cui si ricostruiscono patti fiduciari".

Giustizia scuole-2

Per costruire una città restorativa serve un cantiere collettivo che richiede un cambiamento di sguardo nelle relazioni tra le persone, anche quando si fanno o si sono fatte del male, lo fanno, lo subiscono, lo guardano, lo giudicano. Questi cantieri hanno bisogno di tutte le persone che vogliono tenere aperto il futuro. Dal 2018 Lecco partecipa attivamente, con altre città italiane ed europee, al Working Group sulle Restorative Cities del Forum Europeo per la Restorative Justice.

Lo European Forum per la Restorative Justice definisce la Giustizia Restorativa “un approccio per affrontare il danno o il rischio di danno coinvolgendo tutte e tutti coloro che ne sono influenzati per raggiungere una comprensione comune e un accordo su come il danno o l’illecito può essere restorato e la giustizia realizzata. Piuttosto che separare le persone o escludere quelle percepite come una minaccia, i processi di restorazione ripristinano protezione, prevenzione e sicurezza riunendo le persone per disfare l'ingiustizia, restorare i danni e alleviare la sofferenza attraverso il dialogo e l'accordo".

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