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Grande Lecco, in Comune passa la mozione: si apre il lungo confronto

Approvata all'unanimità la proposta di Corrado Valsecchi (Appello per Lecco): “Ma il tema principale è quello dei servizi”

C'è il "si" di tutti i consiglieri alla mozione sulla Grande Lecco. Nella serata di martedì 30 novembre in Comune si è tenuta la seconda parte del Consiglio, quasi completamente passata a dibattere sulla proposta di Corrado Valsecchi, che ha portato all'attenzione dell'assise il proprio cavallo di battaglia: il tema, più che legato ai puri confini politici, è legato principalmente alla necessità di (ri)dare alla città capoluogo una centralità che si è andata via via disperdendo dopo la demolizione della Provincia mediante la legge Delrio del 2014.

“Il dibattito è stato rigoroso, serio, concreto, costruttivo e non edulcorato - commentano da casa Appello -. Tutti i gruppi hanno espresso le proprie posizioni alzando l'asticella del dibattito in consiglio comunale su un tema di vision e strategia che riguarda tutti gli amministratori e le comunità. Un dibattito che ha portato ad un esito di voto unanime senza richieste di integrazioni, emendamenti o modifiche, elementi non scontati. Parte un nuovo capitolo della Lecco capoluogo di maggiore coesione e reciprocità con i comuni limitrofi; abbiamo chiesto al sindaco d'individuare all'interno della Giunta e/o del Consiglio un esponente che possa avere la delega per imprimere operatività ai propositi contenuti nella mozione.

Grande Lecco: tutto il dibattito

Corrado Valsecchi (Appello per Lecco): “Con questa mozione cerchiamo la via del dialogo, per consentire al progetto di avanzare, senza urtare sensibilità e suscettibilità altrui. In questo momento siamo più vulnerabili di altri capoluoghi di provincia, meno competitivi e maggiormente divisi dai campanilismi; basta guardare le scelte delle associazioni associazioni datoriali e sindacali, che guardano ad altri capoluoghi: qui non c'è più una cabina di regia degna di questo nome. La Grande Lecco non è il nostro tormentone, ma la sfida per un territorio cresciuto sotto tutti gli aspetti e senza soluzione di continuità; non possiamo aspettare Roma”.

Paolo Galli (AmbientalMente Lecco): “Condividiamo i concetti del congestionamento viabilistico, e infatti si sta lavorando a un diverso piano della mobilità, e dell'erogazione dei servizi, tuttavia questi stessi servizi, penso a elisoccorso e piazzola ecologica, difficilmente spostano una grande mole di traffico. Sicuramente ci sono elementi di carattere identitario che sarebbero da superare pur preservando la ricchezza delle diversità; è del tutto evidente che un ragionamento legato alle rete delle realtà messe in dialogo va fatto: sta avvenendo, ma il discorso è tutt'altro che terminato. La mozione ha la voglia di traguardare un obiettivo generale”.

Alberto Anghileri (Con la Sinistra cambia Lecco): “La data negativa è quella legata alla legge Delrio per l'abolizione delle Province. La Camera di Commercio è andata con Como, la sanità è andata a Monza, la Cisl è andata con Monza, la Uil è andata con Como, Confindustria è andata con Sondrio e ha ragionato sulla possibilità di andare con Bergamo; e i trasporti con Como e Varese? Una pensata da complimenti... Il sistema Lecco conta sempre meno, siamo praticamente sempre i più piccoli: il ragionamento Grande Lecco non mi piace, ma l'idea che il capoluogo abbia 100-120mila abitanti serve ad attrarre un maggior numero di risorse e a fornire un numero maggiore di servizi. È qualcosa che va fatto, ma è evidente che servirà una legge da Roma per farlo viste le complicate questioni legate al campanilismo; a soffrire, comunque, sono soprattutto i piccoli comuni”.

Giacomo Zamperini (Fratelli d'Italia): “Sicuramente ci sono delle perplessità, io stesso amo campanili, diversità e tradizioni. Si può andare, però, oltre i campanili preservando le tradizioni: vari servizi vedono la città come capofila, di fatto la Grande Lecco c'è già, ma mi piacerebbe che Lecco diventasse grande; se il percorso iniziato dal consigliere Valsecchi può realizzare un servizio virtuoso ed efficiente, non ci vedo niente di male. La mozione è solo uno stimolo a iniziare un percorso di condivisione con le altre Amministrazioni”.

Cinzia Bettega (Lega): “Parlo a titolo unicamente personale. La questione posta dal consigliere Valsecchi fa luce sulla possibilità di migliorare la nostra capacità di migliorare l'erogazione dei servizi, adeguandosi ai tempi vissuti. Personalmente evidenzierei tre punti: si al confronto con i Comuni confinanti, preservare le sensibilità dei cittadini e il ripristino dell'importante ruolo della Provincia di Lecco”.

Matteo Ripamonti (Fattore Lecco): “Riteniamo che i vari contenuti legati ai servizi siano assolutamente condivisibili, anche se esistono diversità di veduta. Per esempio, non riusciamo a vedere la Grande Lecco come un cammino fatto a diffusione: o i piccoli Comuni stanno veramente male e cedono alla fusione oppure si creano dei problemi, si vede anche in associazioni e aziende. Il percorso delle fusioni è veramente giusto? Tanti comunelli non servono e c'è un dato culturale che deve cambiare, pensiamo al classico ‘vado a Lecco’ detto da chi vive già in città; la fatica del cambiamento va rispettata. Tamponare la perdita di autorevolezza vale un ragionamento su una Lecco grande, che sia da guida per il resto del territorio; impegnamo l'Amministrazione ad avviare confronti con le altre”.

Giovanni Tagliaferri (Partito Democratico): “Il benessere dei cittadini passa anche da quello di chi abita a poche centinaia di metri di distanza. Intendiamo prendere sul serio quanto proposto dal consigliere Valsecchi e per questo portiamo le nostre considerazioni: tutto ha un senso se coinvolge le comunità in questo percorso, facendone percepire i benefici ai cittadini; parlare di decentramento è corretto e va considerato anche all'interno della stessa città, un cittadino anziano di Laorca fa fatica ad andare in Comune già più di uno che abita a Malgrate; il tema è anche quello di un Sistema Lecco che rimpiangiamo, che un tempo faceva invidia anche ad altre realtà e oggi forse non esiste più. Non possiamo più vivere di rendita”.

Emilio Minuzzo (Lecco merita di Più): “Il tema è ampissimo e l'idea di buonsenso è quella di aumentare il perimetro della città. Questa è una città capoluogo? La dignità è sulla carta, ma in realtà è un paesone di 48mila abitanti. Oggi abbiamo subìto delle decisioni calate dall'alto da parte di Anas, l'Amministrazione non ha colpe chiaramente, ma a Milano sarebbe venuto giù il mondo. La rilevanza è data dalla credibilità di chi amministra l'ente ma anche dall'ente in sè: pensare a una razionalizzazione è ragionevole nel 2021, non si possono fondere solo i Comuni di 2-300 abitanti con un dipendente solo, qui ce ne sono 294. Abbiamo i centri decisionali e legali di tante realtà che fuori dalla città, oggi siamo un capoluogo di Serie B o di Serie C per tanti aspetti; ampliarsi permetterebbe anche di accedere a vari bandi, la riflessione sarà decisiva quale sarà il futuro di Lecco anche se in parte lo abbiamo già capito con il depauperamento dei servizi. La discussione è, ripeto, ampissima ma anche doverosa”.

Filippo Boscagli (Lecco Ideale): “Ci viene proposto un lavoro e non la posizione storica di Appello per Lecco. Dopo la riforma Delrio che tagliò le Province si arrivò al punto di non sapere a quale ente affidare lo spalamento della neve, come sempre si è venuto a creare un tema legato alle competenze. A livello locale gli enti virtuosi sanno dare una risposta migliore e questo è testimoniato dal plebiscito per il recente Referendum sull'autonomia lombarda; in Francia l'organizzazione territoriale è fatta sulla base di 35mila Comuni, molti di più, ma le funzioni solo delegate diversamente: Lecco può ambire a un ampliamento, ma ancor più importante è il tema delle competenze, partendo dalla viabilità del quale un tempo eravamo un'eccellenza e oggi è messa in ginocchio da riforme malfatte e sintesi con territori che con noi non c'entrano nulla. Efficienza: questo è il tema, non quello dei campanili”.

Stefano Parolari (Lega): “Noi siamo il frutto dell'unione di sette comuni avvenuta nel 1923, ci sono passaggi che non sono campanili ma sono storia; forse in tanti casi la popolazione di Malgrate, Pescate e Ballabio viene da Lecco. Morterone? A suo tempo, quando imperversavano i bergamini, era la capitale del nostro territorio; ma il passaggio che facciamo oggi è importantissimo, non tanto per ingrandire Lecco ma per creare una maggior omogeneità di pensiero. Il dramma rimane quello della burocrazia italiana: oggi rifare la carta d'identità è un delirio e il Comune non c'entra niente perchè gli è stato tolto il servizio, la rivoluzione digitale è stata approcciata con la paura. L'altro problema di fondo è quello dell'autonomia decisionale e finanziaria, ricordiamoci sempre che siamo di finanza derivata. Ci sono realtà, nel mondo, che sono città metropolitane e non grandi comuni”.

Mauro Gattinoni, sindaco: “Le prime reazioni alla proposta sono ricche e fanno ben sperare in una traiettoria omogenea. Oggi faccio fatica a capire cosa possa essere un decentramento dei servizi, bisogna discuterne dettagliatamente; abbiamo oneri e incombenze di servizio nei confronti degli altri Comuni. Trovo grandissima assonanza in merito alla collaborazione sovracomunale e fortunatamente non siamo all'anno zero, cito solo il progetto di ciclabilità integrata e il Servizio europeo di area vasta (Seav) che ci vede capofila di quaranta Comuni; il decentramento funzionale già c'è anche per la sicurezza lungo le tratte ferroviarie. C'è anche il tema delle partecipate legate ai temi green che ci vede presenti con la funzione di creare amalgama. Già oggi lavoriamo per conto degli altri senza neanche dirlo, come sul Pums (Piano urbano di mobilità sostenibile), strumento che i Comuni con più di centomila abitanti devono adottare: noi stiamo perimetrando il confine abbracciando tutta la prima cintura che si trova intorno a Lecco; la ricaduta positiva ci sarà per tutti. Il tema vero è quello del ragionamento sulle aree urbane, relative alla prima cintura o più ampire; le riflessioni devono radicarsi nel nostro rispettoso dibattito, anche con le altre Amministrazioni”.

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